“No a nuove truppe in Afghanistan”. Appello della Tavola della pace

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Il 25 maggio a Bruxelles un meeting della Nato dovrebbe definire la nuova politica dell’Alleanza atlantica in Afghanistan dove da oltre sedici anni si combatte una guerra che ogni anno uccide migliaia di civili. Stando a indiscrezioni di stampa, gli Stati Uniti dovrebbero annunciare l’aumento del loro contingente militare che da 8500 soldati dovrebbe passare a oltre 11mila. Anche la Gran Bretagna avrebbe dato l’assenso a un aumento delle truppe e così altri Paesi Nato come la Danimarca. L’Italia è presente in Afghanistan con oltre mille soldati impiegati nella missione “Resolute Support” dove forma il secondo contingente più numeroso dopo quello degli Stati Uniti.

Crediamo che non serva un aumento di truppe in Afghanistan ma semmai una politica più attiva nella cooperazione civile, la cui spesa è attualmente ben al di sotto della spesa militare, e un impegno serio per un negoziato di pace. Ci auguriamo dunque non solo che l’Italia non aderisca alla richiesta dell’Amministrazione Trump, ma che si opponga al cambio di strategia che potrebbe essere proposto e che si tradurrebbe in una maggior autonomia militare dal governo afgano con un maggior numero di raid aerei di cui gli Stati Uniti hanno dato prova con il lancio della bomba Gbu-43 – Moab del peso di 11 tonnellate, dagli effetti devastanti e di cui non si è finora potuto compiere alcuna verifica indipendente. Un’operazione duramente condannata anche da Papa Francesco lo scorso 6 maggio («…la mamma dà vita, le bombe danno morte…») davanti a migliaia di studenti accolti in Vaticano in conclusione del Meeting delle Scuole per la pace.


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