È nata Articolo21 Friuli Venezia Giulia. “E’ solo il noi che vince”

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Il battesimo di Articolo21 FVG non poteva che partire dalla fonte: la nostra Costituzione. Ricordando l‘episodio da cui tutto prese avvio, quell’editto bulgaro che 15 anni fa allontanò Biagi, Santoro e Luttazzi dalla Rai, ma anche tutte le campagne promosse per sostenere giornalisti, autori, registi, scrittori che hanno subito intimidazioni, mobbing, censure e non si sono rassegnati al bavaglio che era stato loro imposto, nonché quelle per illuminare mediaticamente temi sgraditi (come la sicurezza sul lavoro, le mafie, la pace, i beni comuni, rispetto ai quali sembra esserci un collettivo patto di omertà, perché come canta Niccolò Fabi in “Offeso” «tanto dobbiamo sopravviverci qui dentro») si è posto l’accento sulla volontà di dare voce a chi è meno garantito (bambini, donne, migranti, che oggi risultano spesso invisibili o particolarmente sotto tiro) e di essere rete delle reti. Da qui la scelta di inaugurare l’attività aderendo alla campagna Unicef #AChilIsAChild e di coinvolgere realtà affini per sensibilità e temi trattati già operanti sul territorio come il Premio Luchetta, i festival Link e Vicino/Lontano e il progetto Parole O_Stili. Perché, come ripete fino alla nausea don Ciotti, è solo il noi che vince. Ed è da un noi che quest’avventura è nata, un noi formato in prevalenza da giornalisti, che però vogliono aprirsi e aprire la loro casa alla città e che venerdì sera hanno motivato la loro scelta. 
Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa del Friuli Venezia Giulia, ha sottolineato che l’emergenza in cui è nata 15 anni fa Articolo21 non può dirsi superata: l’informazione è un settore strategico per ogni democrazia e per la sua qualità e un’informazione per tanti versi precaria come quella attuale è un’informazione meno libera. 
Cristiano Degano, presidente regionale dell’Ordine, ha ricordato che l’articolo 21 della nostra Carta costituzionale è la stella polare per chi fa informazione e dev’esserlo anche in quest’opera di riforma che la categoria sta cercando faticosamente di portare avanti, che non può non tener conto delle conseguenze dell’avvento del web e del fatto che oggi il 65% per cento dei giornalisti sono free lance, un modo elegante per parlare di precariato. 
Infine Pierluigi Sabatti, presidente del Circolo della Stampa, ha plaudito al libro scelto per l’occasione: un libro — “Contro il razzismo” (Einaudi, 2016) — che si sofferma molto sulle parole.
Perché come ha detto Sergia Adamo, docente all’Università di Trieste, introducendo uno degli autori, «con le parole facciamo cose», le parole non sono mai innocenti: alcune, come quelle di cui si parla in questo libro, sono più pesanti di altre e meritano un supplemento di analisi. È stato Federico Faloppa, docente di Linguistica italiana all’ateneo di Reading ed esperto di problematiche legate alla rappresentazione dell’alterità nel linguaggio, a condurre quest’analisi, aiutandoci a comprendere gli elementi discriminatori che mettiamo in atto, a volte inconsciamente, usando le parole in un certo modo ed evidenziando che uno dei problemi dell’informazione è quello di dare voce ai protagonisti: ad esempio, si parla molto di immigrazione, ma è come se fosse un rumore di fondo, dove ci sono tutte le voci (dai politici ai passanti) tranne quella degli immigrati. Indubbiamente un’analisi meno superficiale non è semplice sia per mancanza di tempo che di strumenti, ma è proprio qui che accorre in aiuto una rete come Articolo21: è solo il noi che vince.
 
*coordinatrice Articolo 21 Fvg

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