Violenza post-elettorale in Congo: il governo bombarda i villaggi

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La contestata rielezione del presidente Sassou Nguesso (nella foto), proclamata il 20 marzo dopo un voto segnato da brogli e irregolarità, ha dato luogo a proteste in tutto il Congo. Nella capitale Brazzaville, il 4 aprile, vi sono stati atti di violenza che le autorità attribuiscono ai “Ninja”, un gruppo armato guidato dal pastore protestante (scomunicato) Frederic Ntumi, che si era già scontrato col governo dal 1998 al 2003. Nei giorni successivi si sono contati almeno 17 morti. La reazione è stata spietatissima.

Il 5 aprile sulla città di Vindza sono cadute almeno 30 bombe. L’obiettivo era la residenza del pastore Ntumi. Le bombe hanno colpito strutture sanitarie, luoghi di culto e tre dei quattro locali della scuola elementare, che per fortuna era deserta. In seguito l’esercito si è spostato nei villaggi di Soumouna, Mayama e Ngula, facendo almeno 30 morti. I villaggi sono ora semi-vuoti e la popolazione si è trasferita in massa a Brazzaville.

Alla rappresaglia delle forze armate hanno fatto seguito numerosi arresti tra le fila dell’opposizione, che hanno colpito in particolare alcuni dei promotori della campagna elettorale dei candidati sconfitti, Jean-Marie Michel Mokoko e Okombi Salissa.


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