Riina junior a “Porta a Porta”. Caro Direttore, la prego: adesso basta!

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Caro Direttore Bruno Vespa, la prego: adesso basta! Non le è bastata la passerella che ha fatto fare ai Casamonica dopo lo “scempio di Roma” appena qualche mese fa? E’ inconcepibile che su Rai1, questa sera, gli italiani si debbano ritrovare un mafioso (anche lui condannato per mafia, giova ricordarlo), nonchè il figlio del capo dei capi, Giuseppe Salvatore Riina, per promuovere un libro sul padre, nel quale lo stesso carnefice viene definito “premuroso ed amorevole”.

Non è concepibile che i carnefici diventino vittime e che lei possa propinarci una visione “buonista” di un “mezzo uomo”, come Totò Riina, responsabile dei più drammatici fatti di questo Paese.

E Falcone? E Borsellino? E le migliaia di vittime di mafie che, ogni anno, vengono lette e ricordate con precisione nella giornata del 21 marzo da Libera?
Perché non organizza nella sua trasmissione degli ampi spazi per chi cerca di lottare le mafie e gli atteggiamenti mafiosi, oggi sempre più presenti?
Perché non ci aiuta a parlare ai giovani, a far capire quanto persone (o presunte tali) come Riina, Provenzano e Matteo Messina Denaro siano stati e siano il cancro di questo Paese?
Perché non invita i familiari di Falcone, Borsellino o degli uomini di scorta che da anni si impegnano a portare ai ragazzi di tutta Italia i valori di legalità e giustizia, per i quali i loro familiari hanno affrontato l’estremo sacrificio?
O ritiene che questo sia fare servizio pubblico?

Il canone, quella tassa che serve anche per pagarle lo stipendio, lo paghiamo tutti noi e se quella dei Casamonica si poteva reputare come uno “scivolone”, la trasmissione di questa sera rappresenta la peggiore perseveranza.

Perché sbagliare è umano, ma perseverare è realmente diabolico. E tanti come me, che cercano di fare solo il proprio lavoro e sono costretti, per questo, a vivere sottoscorta ed a sacrificare la propria vita, sono indignati e costernati per questa sua scelta. Non la possono giustificare e le chiedono di ripensarci.

Non si possono sacrificare i valori per qualche punto di audience in più.
No, non si può.


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