Un corpo di guardie di frontiera europeo per i rifugiati: Ue al lavoro

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I ministri europei dell’Interno cominceranno domani ad Amsterdam a lavorare alla proposta della Commissione Ue. I lavori del Consiglio dedicati alla lotta al terrorismo, al cybercrime, ai controlli delle frontiere interne e del sistema Schengen

Roma – I ministri europei dell’Interno cominceranno, domani, ad Amsterdam a lavorare alla proposta della Commissione Ue di creare un corpo europeo di guardie di frontiera, che aiuti a far fronte alla crisi dei rifugiati. Si tratta della prima della presidenza di turno olandese  dei ministri dell’Interno del Consiglio Giustizia e Affari Interni dell’Unione Europea (GAI) e si discuterà soprattutto di come organizzare i lavori per arrivare a un accordo politico sul tema.  I lavori del Consiglio dei Ministri dell”Interno saranno dedicati alla lotta al terrorismo, al cybercrime, alla questione migratoria, dei controlli delle frontiere interne e del sistema Schengen.Ci sarà dunque anche il ministro dell’Interno,Angelino Alfano che interverrà anche all’incontro  degli 11 stati maggiormente interessati al fenomeno dei Foreign Fighters, che precederà l’inizio del Consiglio, fissato per le ore 9.

Per il segretario del Silp Cgil Daniele Tissone, un’ottima notizia. Per Tissone, “riunire i Paesi piu’ coinvolti dalla minaccia del terrorismo jihadista al fine di condividere informazioni e strategie appare oggi piu’ che mai una vera e propria necessita’ primaria a iniziare dal mettere a disposizione quelle informazioni presenti nelle banche dati degli Stati membri, aspetto che ha acquisito rilevanza strategica all’indomani degli attentati di Parigi”. IIl fatto che Paesi come la Germania, l’Austria e la Svezia abbiano recentemente scelto di reintrodurre controlli temporanei alle frontiere esterne rappresenta, per Tissone, un mutamento di scenario anche rispetto alla decisione che il nostro governo stava per prendere in relazione al ridimensionamento di molti presidi di frontiera situati nel nostro Paese”.

Alla luce di tutto questo, conclude Tissone, “si presenta oggi l’occasione di rivitalizzare le risorse esistenti mettendo in campo le molte professionalita’ che la specialita’ di frontiera ha creato nel corso degli anni attraverso continui aggiornamenti di settore e grazie alle risorse che l’Ue ha messo a disposizione in termini di mezzi e strumentazioni, risorse che andrebbero sprecate vanificando gli sforzi finora profusi su tale versante qualora le stesse non venissero utilizzate proprio per quegli scopi che si prefigge l’istituendo corpo europeo delle guardie di frontiera”. (DIRE)

Da redattoresociale


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