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Brindisi: storia di diritti negati che non si possono fotografare

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“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno li a guardare”  (A. Einstein)

Ornella Tarullo è una delle donne simbolo della città di Brindisi , conosciuta per le strade di questa regione piena di abusi e disastri ambientali, con qualche cartellone in mano e con mille parole d’amore per la sua città, bella e sfortunata, come le immagini raccontano. E quando le chiedo di raccontarsi, Ornella ha difficoltà, perché preferisce parlare della sua città e non di lei…
Ma Ornella è la sua città, e si vede da come parla, da come descrive i posti in cui mi accompagna, mostrandomi il volto sconosciuto di una città dal destino legato all’umana indifferenza, segnato dalle lacrime versate per ogni schiaffo ricevuto. E mi regala una mappa, di Pierpaolo Petrosillo, in cui i contorni del disastro della città sono chiari.

11720763_10205066158549790_1563104615_oSi elencano i vincoli di tutela ambientale che gravano su Brindisi, e la lista è davvero lunga.

-Area ad elevato rischio di crisi ambientale, caratterizzata da gravi alterazioni degli equilibri ambientali, nell’atmosfera, nel suolo, nei corpi idrici, che comportano rischio per l’ambiente e per la salute della gente (vale per tutto il comprensorio di Brindisi ed altri comuni limitrofi (Torchiarolo, S. Pietro, Cellino)-Legge 349/1986 e successiva dichiarazione specifica con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 giugno 1990;

-Sito di Interesse Nazionale per le Bonifiche in quanto area soggetta , per quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, a rilevante rischio impatto ambientale in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché a pregiudizio per i beni culturali ed ambientali (vale per quasi tutta l’area industriale fino a Cerano: area S.I.N. – Legge 426/1998 e successiva perimetrazione con Decreto del Ministero dell’ambiente del 10/01/2000;

– Soggetti a Rischio di Incidente Rilevante derivante dalle attività svolte nell’area Portuale (vale per tutto il Porto Industriale , fino a Cerano – Decreto Min.293/2001 e Decreto Lgs 203/2007;

 – Sito di Importanza Comunitario per le particolarità naturalistiche del territorio “Parco Regionale Saline di Punta Contessa” (vale per tutta la costa sud, da Fiume Grande compreso a Cerano) – Legge Regionale n.28 del 23/12/20021….

…un lungo elenco che racconta di un territorio abusato, come Taranto, come tutte le città che avrebbero potuto vivere anche di turismo e di agricoltura, perché la Puglia è anche questo, e invece raccontano di divieti di balneazione e di…fotografare la verità.

11713348_10205066157149755_779473071_oLa situazione di Brindisi non è come quella di Taranto perché la zona industriale è come se fosse nascosta. Il  nostro lavoro soprattutto di donne è stato quello di portarlo alla conoscenza degli altri , di tutte quelle donne che sono rimaste all’oscuro per tanto tempo del disastro ambientale che Brindisi vive. Brindisi è  sede di una serie di grandi impianti industriali, i cui effetti  sulla popolazione sono critici e potenzialmente molto pericolosi.

A Brindisi ci sono due centrali elettriche , la centrale Eni Federico II  (Cerano) e la  Edipower .
La centrale Enel Federico II è stata classificata, in un recente studio dall’agenzia europea per l’Ambiente come uno degli impianti più inquinanti in Italia e in Europa con un elevato tasso di produzione di CO2. Questa centrale termoelettrica produce agenti inquinanti come PM10, PM2.5 , Benzoapirene, Diossine e Isotopi radioattivi come il Piombo 210.
Brindisi è anche sede di “Versalis Eni” , “Basell Briindisi “ e “Chemgas”, che si trovano all’interno del cosiddetto polo petrolchimico.

Questo carico industriale gravoso per una città nella quale un altro elemento critico è rappresentato dalla vastissima discarica di “Micorosa”, milioni di metri cubi di fanghi tossici , provenienti dalla produzione del polo petrolchimico, che ricoprono una superficie di ben 44 ettari..
Brindisi è una bomba, l’impatto sulla popolazione è estremamente importante, come riportato nel Report  BM C Pregnagnancy and Childbirth sulle malformazioni neonatali.

Si ritiene che la Commissione Europea debba esaminare l situazione di Brindisi alla luce della direttiva europea sulle emissioni industriali 2010/75/EU.
Il silenzio ricopre da troppo tempo i mille disastri del sud Italia, e Brindisi è una città troppo bella e così disperata che …nel tramonto più struggente che offre  a chi la guarda, chiede solo d’essere salvata…perché il mondo è quel disastro che vedete.

La situazione di Brindisi non è come quella di Taranto perché la zona industriale è come se fosse nascosta. Il  nostro lavoro soprattutto di donne è stato quello di portarlo alla conoscenza degli altri , di tutte quelle donne che sono rimaste all’oscuro per tanto tempo del disastro ambientale che Brindisi vive.

(foto di Vincenzo Aiello)


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