Ddl Diffamazione: Art.21, “luci ed ombre”. Fnsi, “balzo in avanti ma restano criticità

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“Come previsto e’ stato approvato un testo sulla diffamazione – dalla Camera dei deputati in terza lettura – con luci e ombre. Per un verso si abolisce finalmente la previsione del carcere per i giornalisti, si elimina il riferimento improprio ai blog e si introduce un pur timido concetto di querela temeraria. Ma, purtroppo, rimangono altissime le ammende, non c’è il Giuri’ più volte richiesto, la rettifica diventa un sottogenere letterario. Si potrà modificare al Senato?” E’ quanto afferma Articolo21 in una nota di Giuseppe Giulietti e Vincenzo Vita.

“La cancellazione del carcere per i giornalisti riporta l’Italia nel consesso delle grandi democrazie”. Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI, commentando a caldo la notizia dell’approvazione, da parte della Camera, del ddl sulla riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa. “Si tratta di un bel balzo in avanti che cancella una vergogna durata troppo tempo – osserva Lorusso – È altresì apprezzabile il compromesso raggiunto sul contrasto al fenomeno delle querele temerarie, che rappresenta una forma indiretta di intimidazione all’esercizio del diritto di cronaca. Restano, comunque, alcune criticità. A cominciare dalla previsione dell’obbligo di rettifica senza risposta e senza commento. Così com’è formulata, infatti, la norma rischia di diventare fonte di contenzioso giudiziario sulle modalità di applicazione, oltre che un ostacolo all’esercizio del diritto di cronaca, soprattutto nelle testate più piccole. L’approvazione di questa riforma poteva inoltre essere l’occasione per istituire il Giuri per la correttezza dell’informazione, a garanzia e tutela dei cittadini nell’ottica di prevenire il ricorso al contenzioso giudiziario. Si tratta di un passaggio ineludibile, che dovrà essere affrontato in sede di riforma radicale della legge ordinistica, ormai fuori dal tempo e dal mondo perché continua a produrre storture non più sostenibili sia sotto il profilo del governo della professione sia sul mercato del lavoro. È comunque auspicabile che il Senato approvi in fretta la riforma, magari migliorandola nei punti che appaiono ancora controversi, non certo peggiorandola, o peggio affossandola, come purtroppo è avvenuto in passato, non senza la complicità occulta di una parte della categoria, ogni qualvolta sono state esaminate norme riguardanti la professione giornalistica”.


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