Enzo Palmesano licenziato dal Corriere del Caserta su sollecitazione di un Boss

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Sul caso del giornalista Enzo Palmesano, secondo le motivazioni di una sentenza, licenziato su sollecitazione di un boss dal “Corriere di Caserta” , dopo la magistratura tocca alla categoria. Non e’ necessario attendere i successivi gradi di giudizio, che si riferiscono al piano penale e riguardano non iscritti all’ordine. Vi sono violazioni deontologiche che possono sussistere anche se permane la presunzione d’innocenza verso il soggetto al centro della vicenda, anche se il processo dovesse nei suoi sviluppi non ravvisare ipotesi di reato o concludersi, come purtroppo molto spesso accade,con una prescrizione.
Si tratta in sostanza di due procedimenti diversi. Ritengo che in presenza di “notitia criminis”, e tale va considerato il riassunto di tutta la complessa vicenda che ne fa un autorevole scrittore come Roberto Saviano su “Repubblica”, è obbligatorio l’intervento dell’ordine dei giornalisti,tanto quanto e’ d’obbligo per il pm promuovere l’azione penale. In Campania, pe‎raltro, c’e’ una felice coincidenza.  La denuncia di Saviano giunge proprio all’indomani della nomina di un nuovo presidente del consiglio territoriale di disciplina,la cui mancanza aveva frenato l’attivita’ dell’organismo.L’occasione e’ dunque opportuna per una ripartenza e , in vista di una non rinviabile riforma dell’ordine dei giornalisti, per testare la funzionalita’ dei consigli di disciplina, nati nel 2012, con una modifica di fatto ( la norma nuova vale anche per altri ordini professionali ) alle legge isitituiva del 1963.
I giornalisti devono assolutamente valutare subito l’operato dell’allora direttore del Corriere di Caserta , Gianluigi Guarino, paradossalmente anche a sua stessa tutela. Se la categoria non lo facesse sarebbe un segnale estremanente negativo per l’opinione pubblica, che percerpirebbe lo slogan “diritto di sapere-dovere d’informare” come una pura bandiera di facciata.


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