“Forse dopo il centesimo stupro si sveglierà”. Insulti e intimidazioni contro la cronista Silvia Fabbi

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Tra i tanti casi di cronaca nera che hanno per oggetto femminicidi od episodi di violenza nei confronti delle donne, tra i più odiosi ci sono le aggressioni via web, che rappresentano un attacco ignobile alla dignità delle donne al pari di quella fisica. Ha fatto scalpore in questi giorni la vicenda della collega vicentina Silvia Fabbi, 23enne cronista del Corriere dell’Alto Adige di Bolzano, diventata oggetto di un gravissimo insulto e di un atto intimidatorio sui social network. Commentando un articolo della giornalista sugli italiani convertiti all’Islam, l’ex candidato sindaco della Lega Nord a Merano, Sergio Armanini, ha scritto testualmente su Facebook: “Ma perchè non le mettiamo un burka e la facciamo andare in Nigeria?? Forse dopo il centesimo stupro si sveglierà….”.
Ancora più grave il comportamento della consigliera comunale bolzanina Maria Teresa Tomada di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, sul cui profilo Facebook è avvenuto l’episodio. Tomada non solo non ha immediatamente cancellato questo spregevole intervento di Armanini, ma l’ha addirittura commentato, accusando Silvia Fabbi di “buonismo ottuso”.
La vicenda ha suscitato lo sdegno e l’indignazione del Sindacato e dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige Sued Tirol, che hanno espresso, assieme al comitato di redazione dei dorsi locali del Corriere della Sera, piena solidarietà alla collega Silvia Fabbi del Corriere dell’Alto Adige, diventata vittima di un grave insulto e di un atto intimidatorio sul web. Condannando categoricamente questa inaccettabile aggressione verbale rivolta – non a caso – a una giornalista donna.
La vicenda non solo offende una donna, una giornalista, ma rischia di rinfocolare ed esacerbare anche i rapporti con la comunità mussulmana in un insensato conflitto tra civiltà e religioni.


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