Amianto e impunità. Caffè del 20

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L’indignazione in prima pagina, tranne che sul Sole24Ore e sul Giornale. “Tremila morti nessun colpevole”, Repubblica. “Nessuno pagherà per Eternit”, Corriere. “Sentenza beffa”, la Stampa. Però il dolore, l’amaro di una giustizia negata, il colpo allo stomaco, e la rivolta perché un ricco e potente la fa franca, il senso di vuoto che resta, non credo li possa cogliere chi non abbia incontrato un parente delle vittime d’amianto, un figlio o una moglie che ha udito la sentenza di morte,“mesotelioma pleurico”, e ha visto la persona che amava spegnersi senza riparo. Non può intendere chi non abbia incontrato un operaio, uno solo della ex Eternit.

Questa è una storia antica: 2.191 vittime tra il 1952 e il 2008 – tanti altri sono morti in seguito e muoiono ancora- e la condanna a18 anni al manager e miliardario svizzero Schmidheiny per disastro ambientale, perché è assodato come il gruppo dirigente dell’Eternit sapesse bene che gli operai morivano e sarebbero morti d’amianto. Sono andato a Casale Monferrato, davanti a quella fabbrica, quando ancora si lavorava con la cinepresa e un piccolo registratore, quando bisognava battere il ciak, si gira. Nebbia, polvere e un silenzio che ti avvolge. Lentamente si avvicina una bicicletta, l’uomo si ferma: “le polveri, sì – parla con un filo di voce come tutti i malati di asbestosi- non le senti, ma le respiri. Tutti i giorni. In fabbrica e a casa. E le vedi, le polveri, sulle lenzuola stese. Le respiri e ti tolgono l’aria, giorno dopo giorno”. Ex operaio, “scartato” come direbbe il Papa, dopo aver contratto la malattia. Non so più nulla di lui, anche se immagino. Una città operaia, Casale Monferrato, ha sostenuto la fabbrica che gli dava lavoro, affrontato la malattia, visto la morte. Con dignità.

Ora Raffaele Guariniello dice – e ha ragione- che l’annullamento del processo non significa assoluzione. Ora la Procura potrà procedere contro gli stessi responsabili per omicidio, reato non prescritto. Ma il “disastro ambientale”, quello è stato cancellato. In base a una legge che tutela ricchi e potenti, i mafiosi e criminali con la camicia a posto. Basterebbe fermare i termini della prescrizione dopo una condanna di primo grado. Non si può fare -diciamolo- perché NCD, alleato di governo, e Forza Italia, alleato per le riforme, non vogliono. Perciò mi sono indignato, ieri, quando un senatore Pd della Commissione Giustizia ha twittato: “ora il processo breve!” Bravo, ma prima finiamola con l’assoluzione-prescrizione, cascame del patto del Nazareno!  Questa mattina il Senato ha parlato di questa storia e il Capo Gruppo del Pd ha contestato la sentenza più che la legge taglia-sentenze voluta dalla destra. Un solo intervento per gruppo, non mi hanno dato la parola.

Rai. Fa scandalo che il Consiglio di amministrazione abbia deciso di ricorrere contro il taglio di 150 milioni imposto all’azienda dal governo Renzi. E fa scandalo che, in consiglio, Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo, indicati dalle associazioni e segnalati per l’incarico da Bersani, abbiano votato l’ordine del giorno proposto dal già berlusconiano Verro. Perché non avrebbero dovuto farlo? Qual’è la proposta per la Rai, l’idea di servizio pubblico che il governo e il Pd hanno messo in campo? Nessuna. Rai ha fatto da stampella a Mediaset: si è spartita (ritagliandosi la fetta più piccola) la torta pubblicitaria, ha prodotto le stesse boiate per la gloria dell’auditel, non ha utilizzato le risorse che aveva, e pagato le stesse star di Mediaset e i loro produttori, è uscita dal satellite (pagando una penale) perché Marina Berlusconi voleva una piattaforma unica, il digitale terrestre, per provare a recuperare il ritardo accumulato rispetto a Sky nella pay tv. Insomma ha fatto da ancella del conflitto d’interesse. Oggi non serve più. Oggi, come fa intendere lo stesso Bersani, il patto del Nazareno prevede un nuovo duopolio televisivo Murdoch Berlusconi. E la Rai resta il vaso di coccio. In parlamento si discute di legge elettorale ma scompare il provvedimento sul conflitto d’interessi. Zanda mi dice che il gruppo di lavoro sulla Rai, chiesto da Renzi, si formerà “a livello dei capi gruppo”. Prosit.

Da corradinomineo.it

 


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