Rosari e Kamikaze

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La tremenda situazione mediorientale, specie siriana,  fatta di morte, sangue, violenze di guerre e genocidi (che l’amico Quirico dopo essere stato prigioniero di tutto ciò per 152 giorni definisce “il Male”) sta aggiungendo (incredibile, ma può essere possibile)  altre considerazioni. Le nostre testate nazionali stanno passando il messaggio del terrorismo isis che sta mettendo in atto persecuzioni contro i cristiani. Non entriamo nel merito, ma non dubitiamo. Questi cristiani se appartengono alle milizie che combattono quei terroristi, vanno alla guerra con crocifissi e rosari appesi al collo e  kalashnikov a tracolla. Non facciamo certo fatica a comprendere che i fanatici estremisti utilizzino (soprattutto) la religione per portare avanti i loro scopi. Tuttavia il fatto che (anche) i perseguiti cristiani, non fanatici estremisti, vadano alla guerra ostentando i loro simboli religiosi non è cosa buona e giusta. Queste “cose” appartenevano ai tempi bui. Oggi si dovrebbe combattere il Terrore (da qualsiasi parte arrivi) tutti insieme credenti e agnostici “…senza distinzione di razza, lingua, religione, sesso…”.

Un’altra considerazione è la  curda donna suicida che trovandosi nei pressi di Kobane (terra strategica siriana) in zona occupata già da postazione isis, rimasta senza armi non ha avuto remore ad adoperare  il suo corpo  per farsi esplodere, provocando così decine di morti. Ci informano che  sarebbe il primo attacco kamikaze (perché di questo trattasi) contro i terroristi jihadisti isis.
Era poco più che fanciulla, ma soprattutto madre, e si è immolata nell’eroico sacrificio pur di contribuire a combattere il Terrore. E’ una martire dunque.


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