Il virus Ebola è entrato in Sierra Leone. Centinaia i morti

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È da diversi mesi che l’Ebola è entrata in Sierra Leone, ma ora sta facendo centinaia di morti ed è fuori controllo. L’Ebola è una febbre emorragica, estremamente contagiosa, senza cura. Vivo a Firenze ma sono della Sierra Leone. Il villaggio di mio padre si chiama Buedu, si trova nel distretto di Kailahun, nella parte orientale del paese, confina con la Guinea, è il primo villaggio colpito. Sono in contatto con i miei parenti sia a Buedu (mio nonno era capovillaggio e aveva circa 30 mogli, avrò un centinaio di zii e centinaia di cugini) che a Freetown (gran parte dei cugini non abitano più nel villaggio). Mi arrivano messaggi da film dell’orrore – “non mangiate pipistrelli o scimmie, non toccate i morti, dovreste bruciare le case di chi è morto…” Un mese fa circa è arrivato un messaggio che un cugino era scappato nella foresta ai primi sintomi di febbre e, mi dicono, singhiozzi. Il giorno dopo un messaggio che era morto e lo stavano seppellendo. Dopo 3 settimane sono morti tutti i suoi bambini, sua moglie, sua cognata e un motociclista che lo aveva trasportato. Altri miei parenti sono stati messi “in quarantena” per 21giorni e sono ancora vivi. Il presidio medico per testare l’Ebola si trova a Kenema – distanza in chilometri poca ma con le strade che ci sono, anche 100km diventano un’impresa. Abbiamo inviato dei soldi da usare per trasportare la famiglia più stretta (a Buedu ci abita il fratello di mio padre- stessa madre e stesso padre) a farsi testare, ma hanno paura ad andare. Il massimo esperto, a livello Mondiale, di febbri emorragiche, dr Khan, è risultato positivo anche lui, 3 membri del suo staff sono già morti Tempo di incubazione dai 2 ai 21gg, mortalità 90% La gente scappa dagli ospedali quando viene messa in quarantena. Hanno paura di essere contagiati direttamente negli ospedali, lo staff non ha i mezzi adeguati per assicurare di non ammalarsi e di non attaccarla ad altri L’Ebola si trasmette anche solo tramite il sudore, oltre agli altri fluidi del corpo.

Alcuni giorni fa, nella capitale, Freetown,una donna incinta, sospettata di essere positiva all’Ebola è stata messa in isolamento, ma i suoi parenti, accompagnati da dei ragazzi robusti, l’hanno liberata con la forza, malmenando gli infermieri C’era solo un addetto alla sicurezza dell’ospedale, che chiaramente non ha potuto fare niente. Dei testimoni dicono anche che l’addetto alla sicurezza aveva dei guanti sporchi, che evidentemente portava dalla mattina, cosa che non è consigliata se devi fermare e toccare persone malate Ci sono casi in cui la polizia spara gas lacrimogeni per mandare via i parenti di vittime sospette, che assalgono gli ospedali peur liberarli. È notizia di ieri che un’altra donna, risultata positiva, è stata fatta scappare dall’ospedale e chissà quanti avrà già contagiato

Un mese fa circa, sempre nella parte orientale del paese, avevano fatto chiudere tutti i luoghi pubblici, escluse chiese e moschee.

Medecins Sans Frontieres sta lavorando nel distretto di Kailahun, dove ci sono centinaia di casi, ma hanno solo poche decine di letti, e manca di tutto, dal personale ai materiali, come si vede da questo link di pochi giorni fa

http://www.msf.org/article/video-race-against-time-control-ebola-outbreak-sierra-leone

List of items needed to fight Ebola
Ebola suits, Disposable ebola gowns, caps, shoe covers, gloves, goggles, eye shields, hand sanitizers, soap, disinfectants, Clorox wipes, rubbing alcohol, alcohol wipes
Sleeping tents, Camp beds, bed linens, tooth brushes, tooth pastes
Masks, full-face respirators equipped with High Efficiency Particulate Air (HEPA) filters, nose-mouth respirators
First aid kits, Bandaids, Bandages, Gauzes (gauze pads, 2×2, 4×4; gauze rolls)
Tylenol, Ibuprofen, Imodium, (Loperamide), Multivitamins, Zinc tablets Chloraseptic sore throat spray, Lozenges
Gatorade powdered drink mixes for oral rehydration solution (ORS)
Hypodermic needles, Syringes, Vacutainer Blood Collection Set, Disposable sharp containers
Thermometers, disposable thermometers, blood pressure monitors
IV fluids (lactated ringers solution, normal saline solution, D5W), IV tubings and IV needle sets

Attualmente, Antonella sta cercando un modo per poter raccogliere denaro in modo che possa venire direttamente donato alle organizzazioni umanitarie che operano sul luogo. Con i soldi donati si possono comprare presidi ospedalieri indispensabili per poter garantire un minimo di prevenzione alla popolazione. All’appello di Antonella Bundu aggiungiamo anche quello di Medici Senza Frontiere e il link per poter fare donazioni a questa organizzazione. http://www.medicisenzafrontiere.it/sostienici

L’APPELLO DI MEDICI SENZA FRONTIERE
Durante le ultime due settimane, Medici Senza Frontiere (MSF) ha trattato più di 70 pazienti con sintomi simili a quelli dell’ebola nel centro per il trattamento di Kailahun, in Sierra Leone orientale. MSF teme un possibile aumento di pazienti nelle prossime settimane, poiché le équipe sul terreno stanno lavorando per trovare persone colpite dal virus.
“Per accogliere il crescente numero di pazienti, MSF ha ampliato la capacità del proprio centro per il trattamento dell’ebola da 32 a 65 posti letto” ha detto Anja Wolz, Coordinatrice dell’emergenza per MSF.
Al di là del trattamento medico, il controllo dell’epidemia richiederà il dispiegamento di un gran numero di persone per formare il personale sanitario rispetto alle misure di controllo del contagio, per seguire e tracciare i casi e i loro contatti, e per creare una rete di sorveglianza epidemiologica e promuovere messaggi di salute pubblica.
A causa delle risorse umane limitate, MSF sta concentrando i suoi sforzi sul trattamento dei pazienti e la sensibilizzazione delle comunità rispetto alla malattia, con più di 150 operatori locali e internazionali in azione in Sierra Leone per combattere l’epidemia.
Tra loro, l’infermiere italiano Massimo Galeotti, arrivato in questi giorni in Sierra Leone dopo un periodo in Guinea, che racconta: “Uno dei pazienti che ho trattato in Guinea era una giovane donna incinta del suo primo figlio. La maggior parte delle volte, quando una donna incinta si ammala di ebola, lei e il suo bambino muoiono. Questa donna, invece, ha perso suo figlio ma è riuscita a sopravvivere. È stato chiaro come l’esperienza l’avesse cambiata quando, una volta guarita, è uscita dal Centro per il trattamento dell’ebola. È stato fenomenale.” Leggi la testimonianza di Massimo.

MSF è preoccupata per i casi nascosti
Le équipe di MSF stanno correndo contro il tempo per fermare la diffusione della malattia. “Siamo sotto pressione: più tempo si impiega per trovare e seguire le persone che sono venute in contatto con i malati, più sarà difficile controllare l’epidemia”, dichiara Wolz. Al momento, il Ministero della Salute e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stanno iniziando a rinforzare le squadre che si occupano di tracciare i contatti. I pazienti devono essere ancora identificati – in un solo villaggio vicino Ngolahun (Provincia Orientale, Sierra Leone) ne sono stati segnalati quasi 40. “Non abbiamo ancora idea di quanti siano i villaggi colpiti. Temo che abbiamo visto solo la punta dell’iceberg” dichiara Wolz.

Strutture specializzate per il trattamento
Attraverso la realizzazione di centri per il trattamento e unità di transito vicino ai villaggi colpiti, MSF può trattare i pazienti velocemente e ridurre il rischio di infezione negli ospedali locali e nelle comunità. Nelle unità di transito a Koindu e Daru, i pazienti che mostrano sintomi vengono isolati mentre aspettano i risultati del test. Il ceppo Zaire di ebola può uccidere fino al 90% dei pazienti, ma se essi ricevono il trattamento quando compaiono i primi segni della malattia, hanno più possibilità di sopravvivere.

L’educazione è indispensabile
L’Ebola crea paura nelle comunità e le persone malate vengono spesso stigmatizzate. “Le famiglie possono essere cacciate dai loro villaggi e le persone malate vengono allontanate e muoiono in solitudine” dichiara Wolz. MSF fornisce supporto psicologico ai pazienti e alle loro famiglie e organizza attività di promozione della salute coinvolgendo i pazienti guariti. Per ridurre la paura, le équipe di MSF stanno anche conducendo campagne di sensibilizzazione per informare sulla diffusione del virus. Le persone vengono incoraggiate a segnalare casi di febbre emorragica, a evitare il contatto con persone affette dal virus e a non toccare i cadaveri di chi era malato di ebola.
L’epidemia di ebola che sta dilagando in Africa Occidentale ha raggiunto una portata senza precedenti in termini di diffusione geografica, numero di casi e numero di vittime. Secondo l’OMS ci sono stati 964 casi di ebola e 603 decessi in Guinea, Sierra Leone e Liberia dall’inizio dell’epidemia (dati aggiornati al 15 luglio).

Il 2 e 3 luglio 2014, 11 ministri della salute della regione, l’OMS e le organizzazioni internazionali si sono incontrate a Accra (in Ghana) per valutare la situazione e mettere in atto delle misure per fermare l’epidemia.
MSF ha chiesto a tutte le parti di trasformare le promesse in azioni immediate – in altre parole, di mettere a disposizione personale medico qualificato, di organizzare sessioni di formazione sul trattamento dell’ebola e di aumentare l’attività di tracciamento dei contatti e di sensibilizzazione.
MSF ha anche chiesto ai leader e alle persone influenti nei paesi colpiti dall’ebola di diffondere messaggi di salute pubblica all’interno delle comunità: sarà l’unico modo per ridurre la paura e lo stigma.

http://www.medicisenzafrontiere.it/notizie/comunicato-stampa/sierra-leone-corsa-contro-il-tempo-controllare-lepidemia-di-ebola


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