Ho sognato Renzi a Pozzallo. Caffè del primo luglio

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Il Mediterraneo e le sue tragedia cacciano Renzi dalle prime pagine. Sul Fatto la foto di una barca piena di migranti, 30 sono morti letteralmente per mancanza d’aria, e il titolo “Semestre Italiano”. Il Giornale lo chiama “Mare mortum”. “Ancora una strage di migranti” (10mila vittime in 7 anni) dice il Corriere della Sera e, di spalla, “Uccisi i tre ragazzi israeliani. Netanyahu: Hamas pagherà”. “Sarà la fine di Hamas”, Repubblica. Con l’immagine di una coetanea che leva la cielo la foto dei tre, che amavano musica e viaggi.

Bring back our boys. Le famiglie li hanno avuto indietro quei loro ragazzi ma ormai senza vita. Eppure – ricorda Adriano Sofri –  “Il 27 aprile, giorno in cui in Israele si celebra il ricordo della Shoah, Mahmud Abbas, Abu Mazen, dichiara che «l’olocausto è stato il più odioso crimine contro l’umanità dei tempi moderni». Eppure lo stesso Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, insieme a Peres e Bergoglio, aveva pregato per la pace. Eppure? Forse proprio per questo. L’odio si riproduce e si moltiplica. Bisognerebbe gridare forte che chi ha ammazzato Eyad, Gilad e Naftali ha commesso “il più odioso crimine contro l’umanità”, proprio come i nazisti di Auschwitz.

Ma poi dire anche – e gridarlo ai governi d’Europa e al governo d’Israele –  che sopravvivono tra noi nuovi compagni di sventura degli ebrei. Nuovi ROM, omosessuali, comunisti deportati con gli ebreo.  Sono in quei barconi della speranza e della morte, rinchiusi in una stiva senz’aria, morti come nella camera a gas. L’odio per l’ebreo si combatte combattendo tutti i razzismi, qualsiasi rimozione, e il silenzio che è complice dell’orrore. L’Europa ha lasciato sola l’Italia sulla porta del futuro. Perché il Mediterraneo sarà il futuro se Europa sarà. In Sicilia i centri di accoglienza scoppiano, non si sa dove mettere i morti. Vorrei che Matteo Renzi andasse laggiù, che inviasse una sua cartolina tra i migranti alla Merkel e Hollande. Che la mostrasse nell’aula di Strasburgo, riunita in Parlamento. Che discorso, sarebbe!

Ieri il Premier era in forma, gravido di battute da donare in conferenza stampa. “L’Orlando non furioso, ma quello doroteo”, rivolto al suo ministro della Giustizia. “Sentiremo pure dei giornalisti (sulla riforma della giustizia) perché persino i giornalisti sono cittadini”, a deliziare la folla dei cronisti politici che spingono per salire sul carro. “Alla faccia dei gufi è un buon giorno per le riforme”, perché – spiegano gli esperti in retroscena – il patto con Berlusconi forse tiene. Per strappare una pessima legge elettorale Forza Italia è disposta a votare una riforma del Senato malfatta.

Vorrei solo dire al nostro Segretario e Premier, futuro Cancelliere d’Italia, che a dar fiato a Berlusconi (e a Calderoli e a Verdini) non sono stati Chiti, Casson, Tocci, Gatti, D’Adda, non i “dissidenti” del Pd. No, sono stati i suoi più stretti collaboratori. Maria Elena Boschi che non ha voluto che il suo disegno di legge fosse neppure “toccato” a dalle critiche di costituzionalisti e parlamentari, per farselo poi cambiare nella “trattativa” con Lega e Forza Italia. È stata Anna Finocchiaro che quella trattativa ha condotto. E Luigi Zanda che ha già cambiato la Costituzione statuendo (per poi negare di averlo fatto nella riunione con noi 14) che nelle commissioni del Parlamento non valga l’articolo 67, che esclude ogni vincolo di mandato.

I “dissidenti” vorrebbero costruire riforme equilibrate, che reggano qualche anno, non facciate barocche poggiate su strutture sbilenche.  Ma se si vuol continuare così, a forza di anatemi e incontri al vertice, consiglio almeno di prendere atto dell’ultimo sondaggio (IPR per il Tg3). Per un Senato eletto direttamente dal popolo 56 italiani su 100. Per quello nominato dai consiglieri regionali, solo 29. Infine, attenti all’Istat: “Rischio di un altro calo del PIL” dice il Sole e Padoan: “se il PIL scende inevitabile impatto sui conti”.

Ultimissima: Sarkozy in stato di fermo, accusato di concussione per aver offerto un posto a un magistrato in cambio di informazioni su di una indagine che lo riguardava. È la prima volta che succede, in Francia, a un ex presidente. Eppure era nell’aria. I socialisti hanno un Presidente assai impopolare, la destra un ex presidente (e, nelle sue intenzioni, futuro candidato) in stato di fermo. La Quinta Repubblica di De Gaulle e Mitterrand sta franando. Un vuoto si apre in Europa.

Da corradinomineo.it


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