Lavoro, questo sconosciuto

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Passata la festa, gabbato bla… Subito dopo la festa della Repubblica (fondata sul lavoro) arriva la botta: il tasso disoccupazionale trimestrale nel 2014 tra i 15 e 25enni è salito al 46%, cioè solo uno su due lavora. Sembra che dal 1977 sia il dato peggiore. All’epoca il pezzo di carta da superiori non era più garanzia e per qualche laurea già si cominciava a storcere il naso, ma non ricordo che tra i miei amici o compagni ci fosse chi, adattandosi,  lavoro non lo trovava. Era il tempo in cui papi&mami portavano a casa soldini buoni sì da mantenere anche il pargolo persino pluri fuori corso. Buona parte di quei genitori sono però oggi diventati i  pensionati che mantengono pure le famiglie del pargolo. Allorquando i circa 14milioni di pensionati medi si “esauriranno” che resterà di quegli anni 80? Forse pensionati (superstiti) contro precari, dipendenti contro professionisti, stagionali contro emigranti, ultracinquantenni tra licenziati ed esodati cui mancano anni costosissimi per raggiungere la pensione? Dagli anni 80 a oggi le istituzioni che ci hanno insegnato, preparato, predisposto quanto al significato di l-a-v-o-r-o (dal ruolo principale della formazione alle sfaccettate possibilità/occasioni per rimodellare ciò che una volta si chiamava mestiere, adeguandolo al presente, strutturare i profili più richiesti, scovare le migliori occasioni d’impresa e investimento e tutto ciò che potenzialmente può rivoluzionare le nuove professioni)? Qui la risposta è facile: il niente più nichilista altrimenti non si spiegherebbe come mai, in occasione di conferenza rivolta ai giovani, occupati e no, tenuta qualche settimana fa in una sala per 500 persone al Salone del Libro, presenti due autorevoli scrittori/giornalisti/docenti (“La guerra del lavoro”  Passerini – Marino)  addetti al l-a-v-o-r-o  nel senso di cui sopra, disponibili a rispondere a tutte le domande che il pubblico avrebbe posto, ebbene: almeno 450 poltrone erano…vuote. In compenso, moltissimi giovani stavano in fila da circa 2 ore per prendere posto alla presentazione del libro di un noto umorista. 


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