Latina, giornalisti a rischio “bavaglio”

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di Graziella Di Mambro* 

Il curatore del fallimento di Neo srl, società editrice di Latina Oggi, “insegue” i giornalisti e i poligrafici e chiede l’interdizione immediata (ex articolo 700 cpc) del loro prodotto quotidiano perché questi avrebbero posto in essere “una abusiva prosecuzione dell’attività editoriale… al solo scopo di frapporre ulteriori ostacoli ad iniziative recuperatorie della procedura”. In pratica voleva impedire a ciò che restava dalle ceneri di Latina Oggi di continuare a svolgere un servizio di informazione che lo stesso curatore Marco Lacchini, docente dell’Università di Cassino nominato dal Tribunale di Latina, definisce leader sul mercato.

IL CASO LATINA OGGI E LA SENTENZA “COPIA E INCOLLA”

Val la pena ricapitolare un po’ di quello che è accaduto negli ultimi tre mesi al più diffuso quotidiano locale di Latina e provincia. In seguito ad una procedura di concordato non accettata dal Tribunale per risanare debiti pregressi di Neo srl, viene dichiarato il fallimento della società. E’ il 26 febbraio 2014. I giornalisti e i poligrafici reagiscono a questo provvedimento e a tutela del loro lavoro e (probabilmente soprattutto) per continuare ad informare, dal 27 febbraio producono un nuovo quotidiano che si chiama Oggi Latina che prosegue un lavoro che (loro credono) sia determinante ai fini dell’informazione e della democrazia. Nel contempo viene nominato il curatore fallimentare della società Neo, il quale in capo a dieci giorni redige una richiesta di inibitoria immediata delle attività di Oggi Latina affermando che queste stanno danneggiando la curatela di Neo! In che modo? Scrivendo. Informando. Siccome sul mercato della provincia di Latina continua ad esistere un quotidiano di informazione nonostante la morte decretata di Latina Oggi, allora pure questo deve chiudere. E a supporto della richiesta di “inibizione” di tutte le attività editoriali dei giornalisti e dei poligrafici che hanno prodotto per 25 anni Latina Oggi, il curatore porta prove che parlano da sole, per esempio gli editoriali con cui il direttore responsabile Alessandro Panigutti si rivolge ai lettori dicendo loro di continuare a fidarsi dei giornalisti che per un quarto di secolo hanno offerto il resoconto dei fatti e soprattutto dei misfatti del territorio locale. Di più: il curatore Lacchini chiede di interdire il sito internet, bloccato dal 26 febbraio. E nel contempo né il curatore, né il Tribunale, né alcuno dei consulenti pubblici si accorgono che un altro sito “Latina Oggi notizie” sta facendo palese concorrenza sleale a Latina Oggi e ai suoi giornalisti. Ma probabilmente (o soprattutto) sta danneggiando i lettori on line che vanno su quel sito pensando (per un po’ almeno) che si tratti dell’originale.

In questa vicenda che riguarda la morte annunciata e violenta di Latina Oggi c’è, icto oculi, qualcosa di più e di diverso che la tutela dei creditori di una società fallita (la Neo srl). Appare di tutta evidenza che ciò che si vuole mettere a tacere definitivamente e senza appello né giudiziale né morale è la voce e il lavoro di un gruppo di giornalisti scomodi, già “oggetto” di molteplici querele per diffamazione palesemente temerarie come si evidenza da innumerevoli e sequenziali sentenze di assoluzione. Scrive il curatore Marco Lacchini nella sua richiesta di inibizione alla sezione specializzata in materia di imprese del Tribunale di Roma: “... si impone la immediata reazione del fallimento, allo scopo di preservare l’interesse primario della massa dei creditori, il valore di mercato dei beni immateriali de quibus, in funzione dell’imminente proficua procedura competitiva di vendita”. Tradotto: è necessario far tacere i giornalisti della ex Latina Oggi in modo tale che poi si potrà vendere la testata che loro hanno contribuito, con inchieste e informazione, a far diventare importante. Se ne ricaveranno molti soldi (“proficua procedura…”) e non importa chi ha costruito questo organo di informazione, ciò che conta è venderlo bene. A chiunque purché paghi. E “chiunque” non potranno certamente essere i giornalisti ex Latina Oggi, che non avrebbero la disponibilità economica per prendere parte a questa bella torta spartitoria. Anche così si uccide l’informazione e non soltanto con le querele temerarie, le auto bruciate e le minacce telefoniche.
*Graziella Di Mambro, ex vicedirettore di Latina Oggi. Twitter: #iononcopioeincollo

Da liberainformazione.org


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