“Riparte il futuro”: in 500 mila contro la corruzione

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E’ la  mobilitazione digitale più grande d’Italia// È il risultato appena raggiunto da Riparte il futuro, la campagna trasversale e apartitica contro la corruzione promossa in Italia da Libera e dal Gruppo Abele e approdata anche in Europa con la collaborazione di Avviso Pubblico, Mafia Nein Danke, Libera France, Anticor e Coordination Eau Île-de-France. “Quella di Riparte il futuro è una partecipazione attiva di cittadini che vogliono incidere nella lotta alla corruzione“, dice Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera.Ma è anche un monito per chi ha responsabilità politiche e istituzionali: siamo in tanti, 500mila persone, che diventeranno sempre di più. Pretendiamo impegni concreti e risposte chiare, ma soprattutto vi teniamo d’occhio“.  I risultati della campagna. ”Combattere la corruzione in Italia sembrava una sfida impossibile“, si legge sul sito. “A gennaio dello scorso anno accettiamo la sfida“. Come? Lanciando una petizione per chiedere ai candidati alle elezioni politiche del 2013 trasparenza delle candidature e la riforma del voto di scambio politico-mafioso. Circa 900 candidati aderiscono alla vigilia delle elezioni diventando “braccialetti bianchi”, simbolo di una politica trasparente e dalla parte della legalità. Il 29% del nuovo Parlamento è composto da eletti di tutti gli schieramenti politici che hanno dichiarato il proprio impegno anticorruzione con i presidenti di Camera e Senato,Laura Boldrini e Pietro Grasso,  “braccialetti bianchi” della prima ora.
L’iter per la riforma del 416ter è travagliato ma, dopo oltre 400 giorni di campagna, il 13 aprile scorso la modifica del voto di scambio politico-mafioso diventa legge con l’introduzione del principio di “altra utilità”, fondamentale per descrivere e per perseguire la corruzione. Un primo passo che arriva in tempo per la tornata elettorale di europee e amministrative del maggio 2014 ma con un errore che deve essere quanto prima corretto: la riduzione delle pene che invece, come chiesto da Libera e Gruppo Abele, devono essere inasprite per tutti i reati di tipo mafioso, a cominciare dal 416 bis. ”Gli elettori devono conoscere per scegliere e la trasparenza è il primo antidoto per fermare la corruzione“: ecco perché in occasione dell’Election Day del 25 maggioprossimo a tutti i candidati sindaci, presidenti e consiglieri regionali (in Abruzzo e Piemonte) e parlamentari europei è richiesta una candidatura trasparente: gli aderenti dovranno pubblicare online curriculum vitae, condizione reddituale e patrimoniale, eventuale presenza di conflitti d’interesse e situazione giudiziariae dovranno impegnarsi, qualora eletti, a rispettare alcuni punti chiari e verificabili, atti a combattere tutte le forme di illegalità. “Sulla trasparenza e la lotta alla corruzione non c’è più tempo da perdere, in Italia e in Europa“, aggiunge Enrico Fontana di Libera. I sitiwww.riparteilfuturo.it e www.restartingthefuture.eu raccolgono le informazioni di tutti i candidati diventando un vero e proprio database a disposizione degli elettori.

Molte le personalità che sostengono Riparte il futuro. Tra queste Alessandro Baricco, Gherardo Colombo, Serena Dandini, Bill Emmott, Oscar Farinetti, Max Gazzè, Gad Lerner, Fiorella Mannoia, Modena City Ramblers, Piero Pelù, Antonella Ruggiero, Ettore Scola, Daniele Silvestri, Cecilia Strada. In collaborazione con la Scuola Holden di Torino, Riparte il futuro sta portando avanti il progetto narrativo crossmediale “Storie di (stra)ordinaria corruzione” per raccontare i mille volti di un’Italia corrotta ma che vuole riscattarsi.

L’impegno della campagna non si limita alla politica: dal 9 dicembre 2013, Giornata internazionale contro la corruzione, Riparte il futuro ha cominciato amonitorare il rispetto della nuova legge anticorruzione da parte delle oltre 240 Aziende sanitarie pubbliche italiane. “Di corruzione rischia di morire l’intero Paese“, spiegano i promotori. “Se il Servizio sanitario nazionale non avesse perso più di un miliardo e mezzo di euro in frodi e illegalità nel solo triennio 2010-2012, oggi l’Italia avrebbe potuto spendere quella cifra per avere 5 nuovi ospedali modello“. Attraverso il portale è stato possibile verificare il rispetto degli impegni previsti prima dalla legge 190,  poi quelli chiave previsti dalla disciplina della trasparenza, cioè il decreto legislativo 33/13. Nel primo caso si è passati dal 38% iniziale di adeguamento, al 91%, segno che una sollecitazione esterna serve e funziona.

Per seguire la petizione in tempo reale:
www.riparteilfuturo.it
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Da liberainformazione.org

 


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