Nel caffè, la grande vittoria che Renzi può cogliere.

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Un titolo è un titolo, tanto più coglie un sentire diffuso tanto più risulta efficace. Ed è davvero diffusa, in tanti italiani per bene, l’idea che Matteo Renzi voglia svegliare l’Italia. Così come corrente è il pregiudizio che “la casta”, politici e  parlamentari in primo luogo, sia responsabile dell’eterno tergiversare e della “palude”. Ecco che Repubblica titola. “Riforma del Senato, fronte anti Renzi da Forza Italia al Pd”.

Si può raccontare così? Certo che si può, perché ieri Walter Tocci,del Pd, che nel suo meraviglioso intervento ha dissezionato gli ultimi 20 anni di continui proclami riformatori e di progressivo smantellamento di un’idea di sinistra che proceda mano mano con i cittadini, ma anche Gaetano Quagliarello (NCD), Paolo Romani (Forza Italia), oltre che SEL, M5S e dissidenti del Movimento, tutti nei loro interventi in Senato, hanno sostenuto che il disegno di legge Renzi – Boschi, è solo un pasticcio, se non una “turbata”, per dirla con Nitto Palma. Dunque: “fronte anti Renzi”.

Tuttavia si sarebbe potuto titolare “A un passo la riforma del Senato”. E senza mentire affatto. Perché tutti, dico tutti, in Commissione Affari Costituzionali hanno detto che si deve ridurre drasticamente il numero dei parlamentari, addirittura dimezzarli chiede Chiti, che la fiducia e le leggi di bilancio, devono spettare solo alla Camera, e con questo finisce il bicameralismo paritario, che al Senato devono restare solo la materia delle autonomie  (e il rapporto tra queste e l’Europa) e delle garanzie, costituzionali, leggi elettorali, provvedimenti che investono i diritti fondamentali della persona. Una grande vittoria che Matteo Renzi, se vuole, può cogliere. Basta che non si intestardisca nella pretesa,tutta politica ed elettorale, di trasformare il Senato in dopo lavoro per Sindaci e Governatori.

“Berlusconi, il giorno dei servizi sociali”, titola il Corriere della Sera. “Ingiustizia è fatta”. scrive il Giornale: “Ore 17, Berlusconi non è più libero”: ieri, infatti, il condannato per frode fiscale ha firmato il decalogo degli impegni che dovrà rispettare durante l’espiazione della pena. Rincasare alle 23, restare a Milano (tranne una libera uscita a Roma dal martedì al giovedì), trascorrere ogni venerdì mattina 4 ore tra anziani e bisognosi, riferire costantemente allo psicologo responsabile della sua rieducazione, portare addosso un documento che indichi gli obblighi del condannato. Tutto qui: pena modesta, tollerante, garantista, ma che lo farà sentire in gabbia (nonostante questo pomeriggio registrerà Porta a Porta e noi ce lo cuccheremo di notte), in gabbia perché il suo partito è scosso da fremiti e Sandro Bondi, il fedele poeta del Cav, ieri ha scritto che questo è ormai il tempo di Matteo Renzi. Che Silvio gli si deve aggrappare se vuol sopravvivere politicamente.

A proposito, pare che ieri Sacconi (NCD) e Schifani (NCD) si siano molto spesi con il ministro Poletti per cambiare in Senato il decreto lavoro su cui il governo stava chiedendo la fiducia alla Camera. Ichino è stato scelto come relatore. Alla faccia del superamento del Senato e del bicameralismo: il governo pone la fiducia alla Camera, dove pure il Pd, da solo, avrebbe la maggioranza, e contemporaneamente lo vuole modificare, in senato, per renderlo più “flessibile” il lavoro precario e meno “costoso” per i datori di lavoro. Alla faccia del superamento del bicameralismo.

La Stampa titola: “Stamina, pazienti come cavie”. Venti gli indagati per associazione a delinquere. Raffaele Guariniello è un magistrato speciale, in questi tempi di immediatismo mediatico, è uno che non ha fretta, che controlla, che studia i precedenti in Cassazione e poi dice giustizia, con inesorabile compostezza. Quanto al merito della truffa ai malati – anche allo Stato ma soprattutto ai malati – scrive Veronesi su Repubblica: “la scienza (medica) deve garantire a tutti i cittadini la massima efficacia, trasparenza e sicurezza delle terapie”. “La terapia proposta non rispetta nessuna di queste condizioni”. C’è “una bella differenza fra il somministrare cure compassionevoli a un malato gravissimo, che non ha altre alternative terapeutiche, e usare questo stesso malato come cavia, dandogli farmaci potenzialmente dannosi”. Scrive Elena Cattaneo, sulla Stampa: “il ministro della Giustizia e l’organo di autogoverno della magistratura dovrebbero chiedersi quanti danni hanno causato all’erario e ai malati le sentenze dei giudici che hanno prescritto il preteso trattamento Stamina, usando argomentazioni che fanno a pugno con la medicina, la logica, l’etica e il diritto”.

La politica internazionale, come al solito, sacrificata. Segnalo che Fatah e Hamas si sono giurati di ritrovare l’intesa. Purtroppo è solo la reazione, difensiva e disperata, al fallimento della politica del segretario di Stato americano, John Kerry, che ha concesso tutto a Israele (nuove colonie, condizioni capestro per i palestinesi) e del conseguente fallimento dei negoziati. Intanto il New York Times constata come la middle class, e con lei il mito del “puoi farcela”, negli Stati Uniti è quasi scomparsa. Nella culla del New Deal, solo pochi ricchissimi e tanti proletari. Siamo soli. Direbbe forse Enrico Berlinguer che “si è esaurita (anche) la forza propulsiva” del sogno americano”. Come faremo?

Da corradinomineo.it


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