Premio Morrione, prorogato i termini del bando. Giovedì su Rainews24 sintesi inchiesta di Graziani, Valente e Vollaro

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Il comitato promotore del “Premio Roberto Morrione” , premio TV per il giornalismo investigativo, ha prorogato i termini di presentazione dei progetti dal 15 dicembre 2013 come previsto dal bando pubblicato sul sito (www.premiorobertomorrione.it), a giovedì 22 dicembre 2013. Si ricorda che per la partecipazione è necessario compilare il form pubblicato sul sito o inviare una mail all’indirizzo premiomorrione@ilarialpi.it con quanto richiesto dal bando. Si precisa inoltre che la partecipazione è riservata ai giovani che non abbiano compiuto 31 anni d’età al 15 dicembre 2013, data di scadenza prevista inizialmente dal bando.

Intanto prosegue il percorso delle inchieste finaliste della seconda edizione. Dopo aver trasmesso l’inchiesta vincitrice “La Forestale dei veleni”, giovedì 12 dicembre alle 21.30 sarà trasmessa su RAINEWS24 una versione di 14’ minuti della video-inchiesta “Non chiamateli mostri: storie di ordinaria schiavitù” di Antonella Graziani, Valentina Valente e Michele Vollaro, seconda classificata al Premio Roberto Morrione 2013.

Ospiti in studio le autrici Antonella Graziani e Valentina Valente.

La tratta di esseri umani rappresenta uno dei commerci più floridi ed al tempo stesso più abietti messi in piedi dall’uomo. Non abbiamo bisogno di andare lontano per vederne gli effetti: per strada, sui mezzi pubblici vediamo ogni giorno mendicanti con disabilità che chiedono qualche moneta. La maggior parte di queste persone sono letteralmente comprate nei loro paesi d’origine, condotte forzatamente in Italia e ridotte, ogni giorno, in una vera e propria condizione di schiavitù: obbligate a dormire in capanne malmesse, nutrite con un pezzo di pane al giorno, costrette a condizioni igieniche pessime e forzate a chiedere l’elemosina.

Lo sfruttamento a fini di accattonaggio di persone con disabilità, siano esse fisiche o psichiche, rappresenta solo una parte di questo più ampio fenomeno, forse mediaticamente poco appariscente ma senz’altro tra i più redditizi per chi ne tira le fila, poiché gioca su un sentimento di pietà che rende più semplice lasciare pochi spiccioli a un semaforo per poi proseguire sulla propria strada, piuttosto che fermarsi e porsi delle domande sul perché si è finiti in una simile condizione.
Con questa video­inchiesta si propone un viaggio che parte dalle strade di Roma per cercare di vedere chi siano e come sono costrette a vivere queste persone, passando per Milano dove un’indagine della polizia locale ha smascherato una rete di trafficanti che li sfruttava attraverso la loro riduzione in schiavitù e forzandoli a mendicare, e termina in Romania dove nella maggior parte dei casi comincia questa odissea.


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