Berlusconi: “Via dalla maggioranza”. Siluro di Forza Italia su Letta

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Tutte le novità contenute nella legge di stabilità proposta dal Governo

di Diego Sambucini
ROMA – Ci sono molte novità nella manovra che nelle prossime ore riceverà, a meno di sorprese, il disco verde dal Senato, dove è stato presentatop il maxi emendamento. Considerato che la quota di maggioranza assoluta è a 161 voti, il governo Letta-Alfano sarebbe insomma tenuto in piedi da 7 senatori. Questa è la previsione più prudente, che non tiene conto neanche del voto dei 6 senatori a vita.  Alla Camera invece il problema non si pone, perchè la maggioranza assoluta di 316 si può ottenere già con la somma dei 293 deputati del gruppo del Pd e dei 47 di Scelta Civi

Innanzitutto ci sarà grande attenzione su due temi che coinvolgono milioni di cittadini: più risorse per gli sconti sulla casa e per quanti sono incappati nelle maglie di Equitalia. Per loro una piccola rivincita, cioè cartelle esattoriali da pagare senza interessi. Inoltre per le cosiddette fasce deboli si cercherà di avviare un esperimento di reddito minimo garantito. I numeri prodotti nella manovra ci certificherebbero, quanto alla tassazione immobiliare, risorse pari a 750 milioni. Ma il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, ha voluto precisare che ai 500 milioni previsti per le detrazioni sulla Tasi che dovranno essere applicate dai Comuni si aggiungeranno altri 250 milioni per finanziare l’aumento della deducibilità Imu sui beni d’impresa ai fini Ires e Irpef, attualmente al 20%. “Negli emendamenti riformulati dai relatori – fa sapere il Viceministro dell’Economia Fassina – vi è un importante intervento, seppur sperimentale, per il contrasto alla povertà: l’introduzione di un reddito minimo di inserimento in alcune grande aree metropolitane, che avvia un percorso”.

Le risorse arriveranno dal contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro. La soglia dell’importo del trattamento pensionistico oltre la quale far scattare il contributo pari al 5% scende a 90mila da 150mila euro. Per il sostegno di inclusione sociale (Sia) saranno previsti 40 milioni l’anno per i prossimi tre anni.

Tornando al capitolo tasse, le cartelle Equitalia saranno pagate, come detto, senza interessi, mentre potrebbero saltare le norme sulla cosiddetta vendita degli arenili a tutti coloro che hanno già in concessione spiagge, con annessi stabilimenti balneari. Non è stata infatti inserita la proposta sulla delega regolamentare con le novità sulle concessioni né la sanatoria sulle pendenze giudiziarie. Saranno, invece, le risorse risparmiate dalla riduzione del finanziamento pubblico ai partiti a finanziare il fondo contro le calamità naturali. Questo una prima parziale descrizione della manovra. Per la parte tecnica, sembrerebbe tutto a posto. Superati gli ostacoli delle Commissioni parlamentari, si passerà all’Aula. Ed è proprio qui che la neonata Forza Italia, punta a costruire i suoi tranelli. Brunetta che finalmente è riuscito a sintonizzarsi su una ‘connessione’ certa e da ‘falsa’ colomba si è riconquistato il ruolo di falco, non ci ha messo un secondo, riacquistato il ruolo che gli compete, a bocciare il provvedimento economico del governo.  Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio queste le sue parole: “Siamo arrivati alla determinazione che non ci sono più le condizioni per collaborare con questo governo” sulla legge di stabilità. “Il maxiemendamento così com’è è irricevibile. Lo dico con molto rammarico.

Oggi sulla politica economica si è consumato un totale fallimento. Ci dispiace, ma questo rapporto non può continuare. E questa nostra decisione di non collaborare sulla legge di stabilità non può non avere effetti” sulla tenuta delle larghe intese. “Oggi ritiriamo la nostra delegazione dalla maggioranza”, ha infine sentenziato il capogruppo alla Camera di Forza Italia. E visto lo strappo ed alla domanda posta dai giornalisti  se sia il caso che il premier Enrico Letta salga al Colle per rassegnare le sue dimissioni, Brunetta ha replicato: ”questo vuole la prassi costituzionale”. “La prassi costituzionale vuole che, una volta finite le larghe intese come in questo caso il premier salga al Colle per dimettersi”. Forza Italia ha anche fatto sapere che la rottura che si è consumata in queste ore è già stata comunicata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella nota, infine, si comunica, inoltre, che “non è stato invece possibile comunicare con il presidente del Consiglio Letta”, impegnato nel vertice italo russo”. Forse sarebbe bastata una telefonata di Berlusconi al suo amico Vladimir Putin.

Da dazebao.it


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