Casta d’iva

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L’Iva al 22% è l’ultima (ma non ultima) cavatina di Governo al popolo sovrano che nell’arco di due anni s’è l’è vista aumentare di due punti: circa 400 euro immediatamente cavati a ogni famiglia italiana.  Norma impone che prima d’aumentare i costi si devono tagliare le spese, già ovviamente scontati i tagli del superfluo. I “bellini” della nostra casta, sgamati dai Rizzo e Stella e dalla martellante battaglia dell’ex deputata radicale Rita Bernardini che in solitudine raccoglieva e sbatteva loro in faccia centinaia di documenti probatori, per quanto riguarda i tagli sono stati a malincuore obbligati a prendere in considerazione quella norma. E’ così stata partorita un’accozzaglia (diversamente normale) di delicate potature, ma non immediate: a spizzichi e bocconi scaglionati negli anni. Per quanto riguarda poi il superfluo: vogliamo parlare, giusto per citare esempio eclatante, degli uomini e dei mezzi impegnati a scortare migliaia d’inutilità istituzionali, pubbliche e private?  Non possiamo perché numeri e nomi non ce li dicono.

Ci stanno famiglie che per versare quei 400 euro dovranno attingere alla loro scorta di denaro messo da parte a forza di tagli al superfluo e alle spese (che non si sa mai!), ce ne stanno altre che dovranno attingere alla scorta delle loro calorie giornaliere e infine ci sono quelle che non possiedono più scorte: per la casta sono queste le uniche ufficiali inutilità.


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