“Le sentenze si applicano. La tenuta del governo non è merce di scambio con la legalità”. Intervista a Stefania Pezzopane

0 0

“La grazia? Ma quale grazia. Siamo alle comiche. Il Presidente Napolitano bene ha fatto a dire che se verrà richiesta, tale richiesta verrà esaminata. Cosa avrebbe dovuto dire? Ma se verrà fatta la richiesta, sarà ammissione di colpa. E poi la legge e il Codice di procedura penale sono chiari. Ci vogliono motivazioni specifiche per la grazia.  Sinceramente non vedo nulla all’orizzonte che possa portare alla grazia. Ma in che paese viviamo, grazia, agibilità politica…! È’ finita un’epoca e qui c’è chi pensa di tirare la coperta con il preciso intento di strapparla..”. Dopo la sentenza della Cassazione che ha condannato Berlusconi proseguiamo il nostro confronto con gli esponenti Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato. A confronto con la vice-presidente Stefania Pezzopane.

Senatrice Pezzopane, il prossimo 9 settembre la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato dovrebbe riunirsi per decidere in merito alla decadenza di Berlusconi. In queste ore, si sta facendo strada l’ipotesi di un rinvio di qualche settimana del voto. Il PD ha manifestato più volte la propria ferma contrarietà, ribadendo che la sentenza della Cassazione deve essere rispettata e applicata. C’è, a suo giudizio, il rischio di un cedimento, magari in nome della tenuta del governo e dei conseguenti interessi del Paese?
La legge 235 è chiara, chiarissima. È una legge del 2012 , votata anche dal PDL. C’è poco da discutere. È proprio quella legge a prevedere la decadenza immediata dagli incarichi in caso di condanna penale con pena detentiva superiore ai due anni. Il PDL dovrebbe affrontare la realtà seriamente: ogni volta che è in gioco Berlusconi, le leggi diventano argomento di conversazione e non esercizio di diritto. Mah, se fanno cadere il governo perché il PD fa il suo dovere facendo applicando una legge e prendendo atto della condanna, rischiano davvero di essere seppelliti dall’ignominia. Il senatore Augello è tenuto a fare una proposta il 9, nessuna dilazione, tempi giusti, assicurazione del diritto di difesa. Ma niente prese in giro alle leggi e agli italiani. Non lo consentiremo. Non lo consentirò.

In questo delicatissimo contesto, si inserisce la questione della grazia. Nella sua nota, Napolitano ha detto espressamente che, se il Cavaliere la chiedesse, non avrebbe remore a valutarla. Negli ambienti berlusconiani, è in corso un acceso dibattito tra “falchi” e “colombe” su come dovrebbe comportarsi il Cavaliere: se chiedere la grazia, ammettendo di fatto la propria colpevolezza, o perseguire la strada dello scontro con i giudici. I grillini si sono addirittura detti pronti a promuovere l’impeachment nei confronti di Napolitano. Qual è la sua opinione in merito? Ci sono gli estremi per un’eventuale grazia o no?
La grazia? Ma quale grazia. Siamo alle comiche. Il Presidente Napolitano bene ha fatto a dire che se verrà richiesta, tale richiesta verrà esaminata. Cosa avrebbe dovuto dire? Ma se verrà fatta la richiesta, sarà ammissione di colpa. E poi la legge e il Codice di procedura penale sono chiari. Ci vogliono motivazioni specifiche per la grazia.  Sinceramente non vedo nulla all’orizzonte che possa portare alla grazia. Ma in che paese viviamo, grazia, agibilità politica! È’ finita un’epoca e qui c’è chi pensa di tirare la coperta con il preciso intento di strapparla.

Tornando al PD e alle sue travagliate vicende interne, qualche giorno fa Recalcati, in un articolo apparso su “la Repubblica”, si è soffermato sull’“anomalia etica” del governo Letta, ponendo l’accento sul “rischio che la responsabilità scivoli inesorabilmente verso il sacrificio di sé che anima quello che Freud definirebbe come ‘masochismo morale’”. Ha mai avuto l’impressione che in questi mesi, come anche nella complessa esperienza del governo Monti, ci sia stato un eccesso di responsabilità da parte del suo partito?
Lo sperimento ogni giorno su me stessa. Difficile governare in questa situazione. Le contraddizioni sono molteplici e la collaborazione con un partito da sempre avversario politico è davvero complicata. Ma purtroppo non  ci sono alternative a brevissimo tempo. Il Movimento 5 Stelle ha perso l’occasione storica di cambiare il corso alla storia dell’Italia. Ne abbiamo dovuto prendere atto. Ora bisogna approvare la legge elettorale, la legge di stabilità e alcuni importanti provvedimenti per l’economia e i diritti. E il PD deve fare il suo Congresso e rigenerarsi.

In un’intervista a “il Centro”, lei ha dichiarato che si sarebbe voluta occupare di Berlusconi nel senso di richiamarlo ai suoi doveri e agli impegni che si era assunto nei confronti dell’Aquila sconvolta dal terremoto. Onestamente, posto che nessuno di noi si aspettava una legislatura rose e fiori, quando si è candidata alle Primarie per i parlamentari, si immaginava di trovarsi a vivere un’avventura così travagliata?
No, assolutamente. Mi sono candidata alle Primarie piena di entusiasmo, voglia di cambiare. Le Primarie le ho stravinte in Abruzzo, ma dopo le Primarie sono iniziati  gli errori. Il PD si è avvitato su se stesso pensando di avere la vittoria in tasca e ignorando che  Grillo e Berlusconi, seppur in modalità diverse, stavano producendo un consenso importante mentre noi lo perdevamo. È stata terribile la campagna elettorale, sembravano in troppi quasi drogati e incapaci di sentire quanto stava accadendo intorno a noi. Berlusconi? Solo chiacchiere e distintivo! Non viene a L’Aquila dal febbraio 2010. Ha sedotto e abbandonato i territori terremotati. Speravo di incontrarlo in Senato per dirgliene quattro,per   ricordargli gli impegni e le promesse. Ma chi l’ha visto? In senato è venuto in tutti questi mesi solo due volte: per votare Schifani presidente del senato e la fiducia al governo dopo la vicenda kazaka. E poi è venuto una volta alla Camera per votare Napolitano. Solo tre volte, sempre in pompa magna, sempre circondato dalle pitonesse e co. Impossibile avvicinarlo, arriva, vota  e se ne va. Tra l’altro mostrando nessun rispetto verso il luogo in cui è stato eletto. Ma poi perché ce lo vogliono far stare a tutti i costi in Senato? È davvero un’insopportabile provocazione. Deve starci in spregio alle leggi, per poi non venire mai. Le sentenze si applicano. La tenuta del governo non è merce di scambio con la legalità.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21