Procaccini d’affari e permute Ligresti

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Ci comunicano oggi che tutta la famiglia Ligresti è stata arrestata. Incredibile! Ma che è successo?!

Correva l’anno 1992 (d.C.) allorché gli italiani cominciarono a sentire parlare del patriarca Salvatore: fu arrestato in “tangentopoli” e condannato, patteggiando a 2 anni e 4 mesi, dunque affidato ai servizi sociali. Esaurito quel “passaggio” proseguì, fino a oggi, la sua missione di costruttore (nel nostro Paese il termine è ad ampissimo spettro) come del resto moltissimi altri suoi “colleghi” e di lui (così come dei suoi “colleghi”) proseguimmo a conoscerne la pubblica attività senza che il Viminale (o altro istituzionale colle romano di turno) ritenesse d’entrare nel merito delle stranezze (per così dire) sue e di famiglia “faticosamente” conciliabili con quello stato di diritto fondato sui tre poteri di Toqueville. Ma tant’è, anzi: ma tanto fu, fino a oggi…

Ehi Viminale (riferirsi a nuora colle perché i suoceri colli intendano) nell’anno di grazia 2013 d.C. (a ben 21 di distanza!) penserete mica di rifilarci cotanto “contentino” in cambio delle ipocrite catene montuose che ci state polverizzando in faccia da “inchieste” e pedissequi procaccini (pardon, procacciati) licenziamenti  nell’affare (e daffare) Ablyazov, vero?! No perché, se tanto ci dà tanto, siamo terrorizzati al pensiero di che ci potrebbe succedere quanto a violazione dei diritti umani nel caso in cui foste costretti ad arrestare (per ipotesi assurda ovviamente) un ex presidente del consiglio!


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