Talk show e totopresidente, la noia fino all’angoscia

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La noia e l’angoscia,due “ stati “ dell’esistenza umana. Spesso  sono legate l’una all’altra, quasi da un filo indissolubile. Lo stiamo provando sulla nostra pelle ormai da qualche tempo, quando per dovere professionale, assistiamo ai talk show  che infestano le reti televisive pubbliche e private. Proviamo noia perché  ormai sappiamo già tutto, è come se chiudessimo gli occhi e togliessimo la voce al televisore. Possiamo raccontare battuta per battuta, cosa pensano i conduttori, quali sono le domande che rivolgono a politici, cattedratici, esperti e tuttologi. In particolare sono interessanti i commenti dei giornalisti invitati, sempre i soliti, una compagnia di giro che ti compare sulle diverse reti. Talora accade che nella stessa giornata te li trovi a pontificare  per ben tre volte, passano dalla Rai a Mediaset a La 7. Quelli che contano un po’ meno sono presenti sulle reti  minori. Poi arrivano, immancabili, i sondaggisti. Li, quale è il trovi da tutte le parti. Ora va di moda il toto presidente della Repubblica. È come un gioco, non c’è giornale, radio ,televisione che non chieda per chi intendono votare lettori, ascoltatori, televisionisti incalliti. Fai un clic ed hai eletto il tuo presidente preferito.

In campo  sondaggisti dal gioco della tombola
Quasi fosse un gioco e non uno degli avvenimenti più importanti della vita del nostro Paese. Si racconta che, visti i capricci della primavera, siano state  tirare fuori dai cassetti le tombole. Ognuno ha una o più schede , le intitola  ai suoi preferiti candidati presidenti. Chi fa tombola non vince niente , viene insignito del titolo di sondaggista da tombola.Niente a che vedere con i sondaggisti veri, con le loro tabelle, i  dati dell’indagine, che si presenta con l’aria aria di quelli che “ora ve la racconto io”  e sonda di tutto e di più. Alcune domande che rivolgono ai “sondati” sono ridicole, prive di senso, scopri che per esempio non hanno risposto il 50% delle persone con cui hanno parlato.  A volte non si accorgono neppure che le risposte avute su due domande diverse sono in netta contraddizione. Ma va bene lo stesso. Già siamo ai sondaggi su chi voterebbero gli italiani., quando ci saranno le elezioni.  Naturalmente circa il 40% risponde che non sa per chi votare o se andrà a votare. Ma non conta perché sulla base del sondaggio si sviluppa il dibattito in studio. Dibattito, si fa per dire. Ci sono due generi di persone che si confrontano in studio. Uno è rappresentato dai politici berlusconiani. Alle donne del cavaliere è riservato il ruolo di guastatrici. Gridano in modo tale che  senti sempre le loro voci, spesso stridule, incazzate, con gli occhi che escono quasi della orbite. Non smettono un attimo di parlare e quando tacciono muovono la testa, sogghignano mentre il loro interlocutore cerca di dire qualcosa. I politici berlusconiani invece sono vero e propri smemorati. Sembrano angioletti caduti per caso dal cielo. Di quello che hanno fatto, dei disastri provocati dalla politica berlusconiana, hanno dimenticato tutto. Sono nuovi e puri. Si vede, comunque, che dal cavaliere hanno appreso  il modo in cui si sta in televisione.  A confrontarsi con loro quelle e quelli del Pd. Quelle in particolare, giovani donne, parlamentari di prima nomina che non hanno dimestichezza alcuna con la televisione. E si vede. Non ce l’abbiano con noi ma, a volte, sembra che leggano una lezioncina,  recitino  una particina, incapaci di rispondere a tono, di ribattere punto per punto, magari alzando anche la voce. Quelli che non sono di primo pelo, più esperti, a fronte della aggressività dei berluschini, si comportano da gran signori, con l’aria dantesca di “ non ti curar di loro ma guarda e passa”. Infine i giornalisti.

Vanno alla grande i  “retroballisti”
Vanno di gran moda i “retroscenisti”.Porta a Porta è specializzata  in quelli che inventano fantasiose storie < Una signora in particolare.Maria Teresa Meli, retroscenista, o meglio retro ballista che Vespa prende in prestito dal Corriere della Sera. Lei sa tutto quello che avviene nel Pd, più dei dirigenti anche di quelli al massimo livello. Racconta delle guerre, degli scontri, delle liti furibonde. Può anche avvenire che riferisca parola per parola, virgolette nelle carta stampata di quello che ha detto quell’esponente del Pd che sta di fronte a lei . Poi c’è il giornalista che sa tutto: come si affronta la crisi, come  e dove si deve tagliare, come si aumenta l’occupazione, come si riducono la tasse, come si da lavoro ai giovani. Vien da chiederci perché Napolitano non abbia dato l’incarico ad uno di questi di formare il governo, forse non ci sarebbe bisogno neppure di ministri.  Insomma la noia regna sovrana. Già, ma l’angoscia che c’entra? Te la mette addosso il fatto che l’informazione sia arrivata  ad un livello così basso Risalire sarà difficile, ma non impossibile. Forse intanto si potrebbero trovare nuove forme di comunicazione La stessa televisione pubblica, in particolare, forse, ritroverebbe una identità perduta e potrebbe rappresentare uno stimolo per questo complesso mondo dell’informazione, il sale della democrazia.


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