No alla Supertassa universitaria. Un’altra manovra fiscale contro le famiglie

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Il Decreto legge per ridurre le spese inutili e in eccesso dello Stato, da Spendig Review si sta trasformando nell’ennesima manovra fiscale contro le famiglie
, dopo le manovre Salva Italia “lacrime e sangue”, la disastrosa Riforma Fornero delle pensioni (con i 400 mila “Esodati”) e l’odiosa tassazione sulle case con l’IMU. Non sapendo come e dove prendere i soldi (e non volendo toccare le inutili e antistoriche “spese militari”)
, il governo e i due maggiori partiti della “bislacca maggioranza”, PDL-PD, si sono inventati un altro grimaldello per scassinare quel che resta del ben magro “tesoretto” delle famiglie:  la Supertassasui Fuori corso universitari. L’emendamento approvato in Commissione Bilancio del Senato è stato presentato dai due relatori Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd): quest’ultimo vanta un passato di sindaco democristiano di Padova (1987 – ’93) e dal 1996 è stato ininterrottamente eletto Senatore prima per i Popolari, poi nella Margherita e infine è confluito nel PD (dal 2007 con le primarie ne è diventato anche Segretario regionale in Veneto). Un tipico esemplare della cosiddetta Casta!

Furbescamente, i relatori del DL governativo per ammortizzare i mancati introiti dovuti al “riordino” e non più alla “soppressione” delle Province (il governo le prevedeva “soppresse o accorpate”, la modifica stabilisce che “tutte le province delle regioni a statuto ordinario siano oggetto di riordino”), salvate all’ultimo  momento dai conflitti di interessi della Casta, hanno trasformato il decreto in un surrogato di manovra fiscale di metà estate. Con il salvataggio delle Province, infatti, lo stato perderebbe da quest’anno all’incirca 2 miliardi di euro. Ecco allora che i nostri “azzeccagarbugli”  tirano fuori dal cilindrola Supertassasui “somari” universitari, “i figli di papà”, come qualche codino giornalista li ha già ribattezzati. Purtroppo, i media, a destra e a sinistra, ossequiosi nel riprende i dileggianti improperi governativi li avevano definiti  anche “bamboccioni”, poi sono arrivati “i fannulloni”, “i cretini”, “la feccia”,  e per ultimo gli “sfigati”, per non parlare della clamorosa gaffe della ministro Fornero che prevedeva per le giovani generazioni, laureate e non, l’ineluttabilità della mancanza  del lavoro “come diritto” acquisito. Sarà per questo che oggi gli stessi media cercano di mettere sottotono la notizia e di “addolcirla”, sostenendo che pagherà di più che avrà un reddito maggiore: equità fiscale sottoforma di “spremitura” fiscale!

Secondo le statistiche ufficiali del Ministero per l’Istruzione (il MIUR), nell’anno accademico 2010-2011 gli iscritti all’Università sono stati 1 milione e 782 mila circa, dei quali 598 mila fuori corso ( 336 mila sono donne). Se il Senato e poi la Camera approvassero la proposta Giaretta-Pichetto Fratin, da quest’anno tutti gli universitari Fuori corso  dovrebbero pagare oltre ai circa 2 mila euro in media di iscrizione, una soprattassa che potrebbe variare dai 500 ai 2 mila euro, a seconda dello scaglione di reddito della famiglia di appartenenza (25% per redditi sotto i 90 mila, 50% fino ai 150 mila, 100% oltre). L’introito per lo stato e le regioni (perché ad esse va circa un 8% della retta) oscillerebbe tra i 3 e gli 8 miliardi di euro. In cambio agli studenti universitari non arriverebbe nulla per migliorare i corsi di studio, le fatiscenti aule, l’assenza di strumenti e tecnologie moderne, la mancanza di professori (magari stabilizzando gli assistenti), né avrebbero quelle agevolazioni sociali che negli altri paesi dell’UE spettano di diritto ai loro colleghi (tessere per biblioteche, mostre, cinema, teatro, mezzi di trasporto, affitti calmierati e attività extra-studio). In effetti, secondo l’ultimo studio elaborato dall’OCSE nel Settembre del 2011, sui dati del 2008 forniti dal MIUR:

  •  “In Italia, tra il 2000 e il 2008, la spesa sostenuta dagli istituti d’istruzione per studente nei cicli di livello primario, secondario e post-secondario non universitario è aumentata solo del 6% (rispetto alla media OCSE del 34%). Si tratta del secondo incremento più basso tra i 30 Paesi i cui dati sono disponibili.
  • La spesa per studente universitario è aumentata di 8 punti percentuali, rispetto alla media OCSE di 14 punti percentuali).”

Un’Università ancora in mano ai baronati, con i ricercatori sbattuti nelle cantine o “invitati” ad andarsene all’estero per “fare fortuna” e un diritto allo studio che non è più garantito comela Costituzione indica e per il quale il Movimento Studentesco dal1968 inpoi aveva lottato. Dove crescono gli studenti Fuori sede e quelli che, per sostenersi e non gravare troppo sulle famiglie, sono costretti a trovarsi lavori di ripiego, finendo così Fuori corso. Dov’è il diritto allo studio, allora? E dov’è lo Stato che dovrebbe garantire uguali possibilità di lavoro per tutti, sviluppando il livello di preparazione delle giovani generazioni?

Sarà un’ulteriore penalizzazione per le famiglie, già massacrate dal salasso dell’IMU e dal doversi sobbarcare un welfare state inesistente, rispetto al resto d’Europa. La disoccupazione giovanile è arrivata a superare il 35%; i pochi “fortunati” che trovano un lavoro si devono accontentare, 8 su 10, di contratti atipici a tempo determinato, senza nessun tipo di copertura assistenziale, una volta licenziati. L’INPS incamera comunque da questi “pseudo occupati” il 26% della loro retribuzione lorda, per una pensione che non vedranno mai. E tutto questo avviene, per salvare ancora una volta i privilegi della Casta, della burocrazia politica, perché il sistema delle Province non si deve intaccare a fondo, perché le migliaia di enti e società controllate dagli enti locali (erogatrici di poltrone e stipendi per “politici trombati” e loro parenti) devono continuare a fagocitare denari.

Articolo 21 sarà a fianco del Movimento degli Studenti impegnato a dare battaglia contro questo ennesimo sopruso al diritto allo studio. Il Portavoce, Beppe Giulietti, ha già preannunciato che non voterà mai un provvedimento del genere. Aspettiamo che anche dall’interno del PD e da quel che resta dell’opposizione democratica, dentro e fuori il Parlamento, si alzino le voci della protesta. Ma intanto dobbiamo denunciare l’ennesimo scandalo nello scandalo di questo Decreto legge “Spendi di Più”. Alle Province, anziché ridurne il numero e gli appannaggi, andranno 100 milioni di Euro “prelevati” dal fondo per i rimborsi fiscali alle imprese (come già per i 500 milioni per i comuni), e arriveranno dal fondo dell’Agenzia delle entrate che serve alle compensazioni e ai rimborsi fiscali.

Inoltre, per non farsi mancare mai niente, la Casta ha pensato anche al futuro del “povero” senatore leghista Giuseppe Leoni che resterà ancora alla guida dell’Aero Club d’Italia per un anno come “Commissario straordinario”: una proroga voluta dalla Lega con un emendamento in Senato e sostenuta dallo stesso Leoni con un altro suo emendamento. Ovviamente, l’emendamento “socialmente utile” è stato subito approvato in Commissione Bilancio. Vale più un senatore leghista del futuro di 600 mila giovani universitari Fuori corso? Il PD, se esiste ancora e se fa ancora parte del gruppo europeo dei Socialisti e Democratici, batta un colpo, se è capace!


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