MASSIMO CIALENTE: “Sono rimasto attonito a vedere crollare i capannoni industriali in cemento armato: vuol dire che sono fatti male…”

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Sindaco Cialente, lei come tutti noi e tutti gli italiani, sta seguendo il dramma in Emilia che si rinnova a 9 giorni di distanza. Ma lei è un cittadino particolare, il sindaco de L’Aquila. Possiamo fare qualche riflessione per capire a cosa devono andare incontro e a cosa non devono andare incontro i cittadini dell’Emilia, una volta che saranno concluse le drammatiche ricerche dei sopravvissuti e quando si farà il bilancio definitivo delle vittime?  Ecco, non so … “new town”, un termine che è molto girato intorno a L’Aquila, o “casette prefabbricate” o “grandi avvenimenti internazionali” come il G8 o analoghi …
“Niente di tutto questo. Se dovessi dare un consiglio, finita questa fase drammatica, io farei immediatamente un censimento, appena finita la fase più drammatica della ricerca delle vittime e conclusosi lo sciame sismico…. questa sciagura ci sta facendo davvero soffrire, ed io mi sto immedesimando nella tragedia che sta vivendo quella popolazione, che è fatta di paura per queste scosse … insicurezza, distruzione,mancanza delle case, la vita nelle tende. È un disagio enorme, una sofferenza vera. Chi più di me e di noi li può capire? Per quanto riguarda quello che io consiglierei è di fare un censimento complessivo delle case: verificare quali sono sicure e agibili,  quali hanno subito danni lievi e quelle che hanno subito danni gravi e richiedono grandi interventi o addirittura l’abbattimento. Dopodiché, se vi sono appartamenti liberi, se si trovano sul mercato, bisogna cercare di dare casa agli sfollati in  questi appartamenti. Le “new town” non vanno fatte, assolutamente. Bisogna fare modula abitativi prefabbricati, che si tirano su in tre mesi e sono molto confortevoli. I primi che ricevemmo ce li regalò la croce rossa e la provincia di Trento, e sono veramente molto belli; sono rimovibili ed hanno costi molto contenuti. Dopodiché, noi possiamo offrire tutto il know- how su come abbiamo proceduto per quanto riguarda la riparazione delle case con danni molto lievi – noi le abbiamo chiamate B e C, medi o lievi – che si possono risolvere nel giro di 6 – 8 mesi. Se loro useranno i nostri protocolli, guadagneranno moltissimo ed entro un anno potrebbero mettere tutta la popolazione al coperto. Sempre poi utilizzando i nostri errori – perché qui non è ancora ripartito nulla –  dovranno fornire subito le linee guida per ricostruire quelle palazzine degli anni 50 che ho visto crollare, e poi intervenire, seguendo i nostri protocolli, sui monumenti”.

Sindaco, un altro termine che ha girato molto ed ancora gira sulla vicenda de L’Aquila è “commissariamento”. Cosa ci dice?
“No. Assolutamente no. Non bisogna utilizzare queste sovrastrutture burocratiche. Per noi il commissariamento è stata proprio un’esperienza infelice. Non vanno create  super strutture tecniche. Noi lo facemmo in buona fede, e si rivelarono una macchina burocratica allucinante. Invito i sindaci a sedersi attorno ad un tavolo ed a agire seguendo le linee guida della ricostruzione; si interviene autonomamente , ed i sindaci trasmettono ad una struttura di governo la rendicontazione delle spese che fanno , e si  lavora in questo modo. Bisogna semplificare. L’altra cosa poi che mi auguro, è che dopo quello che sta succedendo in Val Padana – che dimostra come questo Paese è assolutamente a rischio sismico –  che d’ora in poi tutta l’Italia venga classificata come a rischio sismico, in area 1, e che si cominci a costruire bene. Guardi, oggi ho avuto appena 30 secondi per vedere la televisione. Sono rimasto attonito a vedere crollare i capannoni industriali in cemento armato: vuol dire che sono fatti male, che abbiamo perso gente che stava in quel momento sul lavoro; questi capannoni si afflosciano come castelli di carta. Questo è un Paese che si deve ripensare con estremo rigore”.


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