48 ore tra fango, intimidazioni e accuse complottiste. Dopo la pubblicazione della sua inchiesta “Napoli, la «fabbrica» di fake news”, uscita sul Corriere del Mezzogiorno sabato 28 giugno, Claudio Mazzone, è stato inondato da insulti e minacce, persino direttamenti sul numero del suo cellulare. «Ho fatto solo quello che so fare – ha detto ad Articolo21 – raccontare un fenomeno che si muove, vive e si espande nella mia città. Non è immaginabile che per questo debba rinunciare alla serenità e alla tranquillità di fare il mio lavoro». Quello che aveva descritto, come ha motivato sul suo profilo Facebook è stato “un viaggio nella polverosa galassia social tutta napoletana che fa di Napoli una centrale italiana della fake news. Dalle proteste contro Saviano e Gomorra alle tesi antiscientifiche sul bradisismo, dai video contro gli immigrati alle difese del turismo massificato”; raccontando anche di aver parlato di “un universo fatto da influencer o pseudo tali, tiktoker, giornalisti o sedicenti tali, divulgatori improvvisati, politici, fatti o aspiranti, sindacati autonomi dalle sigle sconosciute, no vax, complottisti e meridionalisti da trincea”
«Da quando l’inchiesta è stata pubblicata – ha spiegato ancora ad Articolo21, il giornalista napoletano, autore anche del reportage ‘Social Camorra’ – si è scatenata una shitstorm con minacce, intimidazioni e offese, tutte tenute insieme da teorie strampalate che mi vorrebbero come pedina e agente di ‘oscuri poteri forti’. Sulle piattaforme digitali sono stati postati video e fatte dirette, con tanto di mie fotografie personali in primo piano, nei quali mi si imputano le peggiori nefandezze dell’umanità, finanche le stragi di Gaza. Oggi tutto si autorappresenta sui social, criminalità organizzata compresa, rompere queste narrazioni con il giornalismo è fondamentale e non possiamo permettere a nessuna rabbia e nessuna violenza di fermare il nostro lavoro».

Minacce e accuse complottiste al giornalista Claudio Mazzone, la solidarietà di Articolo21
Un’ondata di odio così forte da essere stato costretto a replicare oggi con un altro pezzo, sempre sul Corriere del Mezzogiorno, dove ha descritto due giorni di odio social. A lui la solidarietà di Articolo21 e “Imbavagliati”.