Francesco Saverio Marzaduri FuoriOnda. Dieci anni difficili di cinema romeno

0 0

Mimesis Edizioni, Collana Mimesis Cinema, Milano, 2024.

Con FuoriOnda. Dieci anni difficili di cinema romeno, Francesco Saverio Marzaduri, storico e critico del cinema, firma il secondo tempo di un’analisi critica che ha pochi precedenti nel panorama italiano e internazionale. Dopo Noul Val. Il nuovo cinema romeno 1989‑2009, Clueb, 2012, lo studioso torna a confrontarsi con una cinematografia che, pur restando ai margini dei circuiti commerciali, ha saputo affermarsi tra le più vitali d’Europa, grazie a un gruppo di autori capaci di trasformare limiti produttivi e condizioni storiche in un linguaggio cinematografico originale e riconoscibile. Se il primo volume analizzava la genesi e l’affermazione di un “nuovo cinema romeno” post-Ceausescu, segnato da sobrietà stilistica, tensione morale e forte ancoraggio alla realtà sociale del Paese, FuoriOnda ne raccoglie l’eredità, osservando l’evoluzione, complessa, talvolta contraddittoria, che ha caratterizzato il decennio successivo, tra crisi economica, difficoltà strutturali e ridefinizione delle urgenze narrative. Marzaduri non cambia sguardo, continua a muoversi con rigore tra film, contesto e autori, ma aggiorna le lenti dell’analisi. Rispetto al periodo 1989‑2009, dominato dal bisogno di raccontare il passato e la transizione post-dittatoriale, il nuovo decennio si apre su una Romania diversa, più integrata nell’Europa ma ancora attraversata da forti contraddizioni. Le tematiche cambiano, si parla di corruzione, disuguaglianza, emigrazione, maternità, identità di genere. Cambiano anche le forme, il realismo ereditato dal Noul Val si apre alla contaminazione con il documentario, il teatro filmato, il found footage, l’ironia, la provocazione politica. Eppure, come Marzaduri sottolinea più volte, rimane una straordinaria coerenza di fondo nella ricerca del vero, nella resistenza a ogni semplificazione ideologica, nel desiderio di leggere criticamente la società attraverso lo sguardo della macchina da presa. Tra continuità e discontinuità, FuoriOnda mostra un cinema romeno che, sebbene non più attrazione principe dei festival internazionali, non ha perso la propria forza espressiva. Al contrario, ha affrontato con coraggio le difficoltà produttive causate dalla crisi del 2008 e dalla pandemia, reinventando le proprie forme, aprendo spazi a nuovi autori, e mantenendo viva la centralità di figure come Cristi Puiu, Cristian Mungiu, Radu Jude e Corneliu Porumboiu. Il volume si configura quindi come la chiusura ideale di un dittico, ma anche come punto di partenza per nuove riflessioni. Con uno stile limpido e documentato, Marzaduri ci invita non solo a osservare un decennio difficile, ma a capire perché, proprio nelle difficoltà, il cinema romeno abbia trovato nuove energie per continuare a raccontare il mondo.

Il contesto: cosa cambia rispetto al primo volume

Nel 2012, con Noul Val, Marzaduri aveva esplorato la nascita e l’ascesa del nuovo cinema romeno all’indomani della caduta di Ceaușescu. Il periodo 1989‑2009 era visto come fucina di una stagione d’oro culturale, segnato da registi che avevano ridefinito il linguaggio cinematografico con uno stile asciutto e uno sguardo realistico.
FuoriOnda si apre proprio lì dove si era concluso: gli anni 2012‑2022 sono per l’autore “dieci anni difficili”. Non più la fase sperimentale eccitante, ma una stagione complessa in cui equilibrio tra innovazione e sostenibilità economica, identità nazionale e riconoscimento internazionale diventa cruciale. Marzaduri descrive una crisi strutturale. Le prime ondate del cinema romeno avevano attirato l’interesse delle sale e dei festival, ma dalla metà degli anni Dieci emerge una fragilità produttiva:

  • Meno fondi europei e nazionali, maggiori difficoltà a realizzare film senza coproduzioni internazionali;
  • Distribuzione interna frammentata: il pubblico locale fatica a trovare le pellicole;
  • Festival come “rifugio”: la scena internazionale resta prioritario per il cinema d’autore.
    Questo contrasta con il periodo 1989‑2009, quando investimenti post‑transizione e politiche culturali più generose favorivano il germoglio del nuovo cinema.

Continuità e discontinuità tematiche

Nel primo saggio, i registi raccontavano i fantasmi del passato (dittatura, paura, censura), combinando lentezza e realismo. In FuoriOnda, Marzaduri spiega come si assista a:

  • Rovesciamenti tematici: si parla meno della dittatura; emergono invece temi sociali attuali: emigrazione, disuguaglianze, sessualità, ecologia.
  • Nuove generazioni: sceneggiature affidate a giovani scrittori, apertura al linguaggio digitale, ibridazione tra documentario e fiction.
  • Taglio documentario, web serie, clip urbane.
  • Registi che giocano con il suono, con la stasi e il ritmo, con la frammentazione artistica.

Corpo e identità

Marzaduri sottolinea un interesse marcato per la corporeità e le relazioni intime, come nell’analisi di registe emergenti, dove il corpo diventa specchio delle tensioni sociali e individuali. Nel primo libro, la chiave era la “voce silente” del passato, qui il corpo e l’identità esplodono, diventano territorio di conflitti e rivendicazioni.

Le nuove tematiche: dal passato al presente irrisolto

Uno dei grandi meriti del volume è la capacità di evidenziare un cambio netto nella prospettiva dei cineasti romeni contemporanei. Se nei primi anni Duemila le opere più note (da La morte del signor Lazarescu a 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni) guardavano al passato, alla dittatura, alla transizione, alla memoria collettiva, i film degli ultimi dieci anni spostano l’attenzione sul presente incerto, segnato da precarietà, disuguaglianze, alienazione.

Marzaduri individua diverse aree tematiche emergenti:

  • La crisi dell’autorità familiare e sociale, spesso raccontata attraverso rapporti disfunzionali genitori-figli o tra istituzioni e cittadini (si pensi a Child’s Pose di Călin Peter Netzer);
  • L’identità femminile, non più solo rappresentata ma spesso al centro di film diretti da donne, che affrontano temi come aborto, violenza domestica, maternità forzata, desiderio e autonomia;
  • L’emigrazione, non solo come fuga fisica ma come dimensione emotiva dell’abbandono e dello sradicamento;
  • La corruzione e l’ipocrisia delle classi medie, spesso esplorate con un registro satirico e grottesco;
  • La riflessione metacinematografica: soprattutto in autori come Radu Jude, il film diventa anche un dispositivo critico sul linguaggio, sull’immagine, sul potere della narrazione.

In sintesi, rispetto alla prima fase del Noul Val, le nuove tematiche sono più intime, meno legate al trauma storico e più orientate a scavare nelle contraddizioni del presente. C’è meno bisogno di “rappresentare” la Romania e più desiderio di problematizzare il suo immaginario.

Le trasformazioni estetiche: sperimentazione e ibridazione

Il rinnovamento tematico è accompagnato da una trasformazione sul piano estetico e linguistico. Marzaduri dedica molte e notevoli pagine alle scelte formali dei registi contemporanei, sottolineando come il minimalismo visivo degli anni Duemila si sia evoluto verso nuove strategie di racconto.

Tra i principali tratti distintivi troviamo:

  • Una maggiore varietà di linguaggi, tra documentario, found footage, animazione e sperimentazione visiva;
  • Un uso consapevole dell’ironia e del paradosso, spesso volto a smontare le certezze morali dello spettatore;
  • La destrutturazione del tempo narrativo, con flashback, film nel film, interruzioni diegetiche;
  • Un uso politico del montaggio, specie nei lavori di Jude, che mescolano archivi storici, fotografie, suoni e materiali d’epoca;
  • L’uso del digitale per realizzare film a basso costo, in contesti intimi, senza perdere forza espressiva.

Il cinema romeno diventa così meno omogeneo rispetto agli anni del Noul Val, ma più fluido, meno legato a uno stile unitario e più aperto alla contaminazione.

Le difficoltà produttive: crisi economica e pandemia

Un elemento centrale del saggio è l’analisi delle difficoltà produttive che hanno colpito il cinema romeno negli ultimi quindici anni. Marzaduri collega in modo efficace tre eventi chiave:

1.La crisi economica globale del 2008, che ha ridotto drasticamente i finanziamenti pubblici destinati al cinema e ha spinto molti autori a cercare fondi all’estero;

2.Il collasso parziale dell’industria cinematografica nazionale, con una distribuzione quasi assente e sale indipendenti in difficoltà;

3.La pandemia di COVID-19, che ha bloccato molte produzioni e interrotto il dialogo con il pubblico in sala, spingendo registi e produttori a trovare soluzioni alternative, come il web, le piattaforme streaming o forme ibride di fruizione.

Questo contesto ha prodotto un paradosso. A fronte di risorse ridotte, il cinema romeno ha mantenuto un livello artistico elevato, grazie alla determinazione dei registi, alla formazione scolastica (la UNATC di Bucarest), alle coproduzioni europee e al circuito dei festival. Come scrive Marzaduri, “il cinema romeno si regge su un equilibrio precario, ma questo stesso squilibrio ne alimenta l’urgenza espressiva”.

I grandi autori: motori di resistenza e innovazione

In questo panorama difficile, alcuni registi hanno rappresentato punti di riferimento non solo per la Romania ma per tutto il cinema europeo contemporaneo. Marzaduri dedica sezioni approfondite a registi già conosciuti dal primo volume, evidenziando cosa c’è di nuovo:

Cristian Mungiu

  • Prosegue il saggio introspettivo ma in contesti moderni (emigrazione, conflitti familiari contemporanei);
  • Uso più misurato della narrativa e maggiore attenzione alle strutture produttive.

Corneliu Porumboiu

  • Con The Treasure e altri film, Porumboiu conferma la sua versatile ironia;
  • Impulso verso la riflessione meta‑cinematografica e l’osservazione strip‑down dal quotidiano al surreale.

Călin Peter Netzer

  • Child’s Pose aveva messo a nudo una borghesia in crisi; negli anni recenti approfondisce ancora interrogativi morali e legami familiari in un’epoca globalizzata.

Adrian Sitaru

  • Nei suoi film brevi e intensi, mette a fuoco come la tecnologia influenzi i rapporti;
  • Viene esplorata la solitudine dei millennials rumeni.

Radu Jude

  • È il regista più sperimentale nel 2024: lavora su film‑documento, scrittura storica, manipolazione dell’archivio;
  • Spinge il cinema oltre i confini tradizionali: tra ricostruzione del passato e sperimentazione di linguaggio.

Cristi Puiu

Il “padre” del nuovo cinema romeno con La morte del signor Lazarescu, è tornato negli ultimi anni con opere più astratte e filosofiche (Sieranevada, Malmkrog), dove la parola prende il posto dell’azione e lo sguardo si fa sempre più introspettivo. Marzaduri ne analizza, in maniera impeccabile, la complessità teorica e il rigore formale.

Conclusioni

FuoriOnda è un libro importante non solo per chi studia il cinema dell’Est Europa, ma per chiunque voglia capire come l’arte possa resistere anche in condizioni difficili. Francesco Saverio Marzaduri, con il suo stile sobrio ma informato, didattico ma analitico, traccia il bilancio appassionato di una cinematografia che, pur in mezzo a crisi economiche, isolamento culturale e disattenzione istituzionale, non ha smesso di rinnovarsi, riflettere e osare. Il cinema romeno contemporaneo è ancora oggi uno dei più vitali d’Europa, non più “fenomeno” da festival, ma laboratorio permanente di idee, forme e sguardi. Marzaduri chiude segnalando un cinema meno “festivaliero” ma più vicino al pubblico, più aperto alla sperimentazione formale e ai nuovi autori. Il cinema romeno resta vivo, anche se “fuori onda”, meno visibile, ma denso di questioni e portato da una nuova generazione che non teme di osare né di interrogarsi.

 


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.