La “trumpizzazione” della politica italiana a Genova

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Potrà apparire una definizione esagerata però il torbido intreccio della vicenda genovese (spionaggio verso la candidata sindaca poi eletta Salis, tangenti, vicende varie legate al corpo dei vigili urbani) richiama senz’altro a una sorta di “trumpizzazione” della politica.

L’operazione di discredito dell’avversario tentata dall’assessore di Fratelli d’Italia Gambino (anche sulla scorta di perlomeno simili atteggiamenti di certi suoi dirigenti nazionali), il ruolo dell’adesso sospeso comandante dei vigili stessi, e l’apertura di un’inchiesta sui comportamenti anomali di alcuni agenti (peraltro denunciati da colleghe) appartengono, a mio personale giudizio, a una stessa categoria, quella di una concezione d’arroganza e di sopraffazione dello stesso vivere civile prima ancora che dell’agire politico.

Un assessore che, dopo essersi recato a commemorare i caduti di Salò, è accusato di aver trafficato in tangenti sempre in combutta con lo stesso comandante dei vigili che poi si mette a spiare la candidata – sindaca del centro sinistra tirando fuori un vecchio incidente stradale e quindici agenti che sono accusati di pestaggio, di aver rubato denaro da un’abitazione sgomberata, requisito dosi di stupefacenti senza averle dichiararle, falsificato verbali e atti ufficiali fanno parte della stessa famiglia che è molto diversa da quella del richiamo al fascismo.

Sarà consentito riflettere sulla vicenda riguardante gli agenti presunti “infedeli” come si sarebbe detto un tempo: abbiamo usato non a caso la dizione “vigili urbani” e non quella in uso di “polizia locale” perchè è stato proprio in quel passaggio di denominazione che si è tracciata la via della militarizzazione, seguendo la retorica della repressione: questo è avvenuto nonostante le critiche e le denunce del sindacato di polizia che – almeno a Genova – da molti anni cerca di far notare le criticità legate all’idea della muscolarità per prevenire e contrastare i reati soprattutto in un contesto molto delicato come quello del centro storico del capoluogo ligure.

Militarizzazione e “muscolarità” che si estendono anche verso categorie insospettate, quali i controllori che salgono sugli autobus per verificare i biglietti oppure verso le guardie giurate delle quali spesso si sente parlare come protagonisti di improprie sparatorie.

Naturalmente non tutto è generalizzabile, anzi, occorre cautela nei giudizi: ma il vento della “trumpizzazione” sembra spirare forte anche a Genova, purtroppo.


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