Spagna e Polonia confermano che sconfiggere le destre populiste anche nel 2023 è possibile

0 0

Avere la maggioranza in Polonia può ancora non corrispondere alla certezza di un cambiamento di governo, ma la vittoria del partito moderato democratico e europeista di Tusk ha un’importanza di cui in pochi mesi vedremo le conseguenze in Europa. Le parole di Lec Walesa ieri da Marco Damilano hanno un valore storico, perché vengono da un cattolico anticomunista che ha determinato il crollo del regime sovietico. Walesa oggi è animatore del partito di opposizione al sovranismo populista finora al governo e lancia un messaggio a tutti i cittadini dì Europa per il voto del prossimo anno: ricordare che la democrazia non è un bene acquisito ma da conquistare giorno per giorno. Con un voto giusto ed europeo. Sto parlando di Walesa, lo sottolineo. E della Polonia, primo paese dell’ex Unione Sovietica ad entrare nella UE e da quasi un decennio governato da una destra estrema, conservatrice, antieuropea e antidemocratica.

Dobbiamo ricordarci in queste ore che in Polonia un governo guidato da Tusk avrà contro il presidente della Repubblica. Avrà contro la Corte costituzionale. E avrà contro la tv pubblica. Questo deve farci davvero pensare. Se il governo eletto con regolari votazioni diventa una monarchia assoluta di fatto anche uscirne con il voto diventa  un grave problema. Sarà ancora battaglia durissima per i vincitori, ma il cambiamento dopo otto anni è storico e destinato a pesare negativamente sugli alleati populisti del PIS al governo, prima fra tutti Giorgia Meloni.

Prima di lasciare il potere, se mai lo faranno, i sovranisti del PIS ricorreranno a tutto, sabotaggi, corruzione di parlamentari, cavilli e campagne diffamatorie,querele…uno scenario che in Italia da un anno stiamo imparando a conoscere. E tuttavia i numeri restano e il milione di polacchi, soprattutto donne e giovani, che sfilavano nelle vie di Varsavia a maggio non può dimenticarli nessuno.

I polacchi hanno rischiano e rischiano ma stanno ribaltando la storia. Anche gli spagnoli lo hanno fatto, in realtà lo ha fatto soprattutto Pedro Sanchez e il suo PSOE, preferendo presentarsi al voto e non mediare per fare un governicchi del tirare a campare. La Spagna è la nuova locomotiva d’Europa, ci sta sorpassando in tutti, nel silenzio dei nostri media. Ho letto e ascoltati rapporti tecnici ed economici sulla Spagna da un noto gruppo “comunista”, il Sole 24 ore, come noto organo di Confindustria. La Spagna sta ricevendo da Bruxelles notevoli aumenti del piano Next Generation UE, perché il 60 per cento dei loro progetti è partito, Ci stanno sorpassando. Sanchez farà un governo con le minoranze regionali e forse non sarà solidissimo, ma con lì economia che continua a crescere, la sanità i espansione, la scuola che funziona, difficilmente si tornerà alla crisi e al voto.

Sono ottimi segnali per l’Europa alla vigilia dell’anno elettorale, sono segnali per noi, da analizzare. Le destre, comprese le estreme, si possono sconfiggere. Con i sistemi della politica di sempre: intercettando e collegandosi alle esigenze delle persone, creando emozioni, obiettivi semplici e riconoscibili, costruendo alleanze anche un po’ faticose ma necessarie, facendo proposte che se sei di sinistra siano di sinistra!


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21