Parte l’Osservatorio che conta le parole dei media contro le donne

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Dal Manifesto di Venezia del 2017 all’Osservatorio con la Sapienza del 2024. Molto lavoro è stato compiuto, molto è ancora da compiere. Partirà a gennaio l’Osservatorio indipendente sui media contro la violenza nel linguaggio sulle donne, presentato questa mattina nell’aula magna dell’edificio Marco Polo dell’Università La Sapienza. Il progetto mette in rete il Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione con Cpo Fnsi, Ordine dei giornalisti, Usigrai, Giulia, Università Tuscia. “Università e giornalisti – hanno spiegato Flaminia Saccà e Silvia Garambois – fanno rete su un terreno comune che è quello di produrre cultura (l’Università mettendoci l’appoggio scientifico) su un tema fondamentale in questo momento”. Nell’ultimo anno, in Italia, è stata vittima di feminicidio una donna ogni tre giorni; nella classifica per parità di genere il nostro Paese nell’ultimo anno è sceso dal 74esimo posto nel mondo al 79esimo: sono alcuni dei dati emersi nella mattinata di confronto che ha visto numerose “case histories” su come la notizia di un femminicidio o uno stupro viene affrontata dalle testate giornalistiche. E proprio l’analisi in tempo reale dei media sarà il lavoro dell’Osservatorio, sostenuto da finanziamenti pubblici (rientra nei Prin, progetti di ricerca di interesse nazionale) i cui risultati saranno pubblici e gratuiti.
La mattinata si è aperta con i saluti istituzionali di Anna Maria Giannini, Guido D’Ubaldo, Vittorio Di Trapani, Paola Spadari. Per la parte giornalistica, oltre a Silvia Garambois, sono intervenuti Mara Pedrabissi, Elisabetta Cosci, Roberta Balzotti, Alessandra Mancuso, Mimma Caligaris, in collegamento, Pasquale Quaranta e Mara Cinquepalmi.


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