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L’Amministratore delegato della Rai dà due schiaffi al Commissario europeo

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Roberto Sergio, l’amministratore delegato a termine dell’azienda pubblica radiotelevisiva, sostiene in un’intervista rilasciata ad un giornale in cui si sente a suo agio che la Rai non è mai stata così pluralista.

È una affermazione che prende a calci la verità, perché si potrebbe stilare l’elenco degli epurati in stile maccartista. Da ultimo, Roberto Saviano con un programma di quattro puntate già registrate (Corte dei conti, batti un colpo) è stato colpito da una rivisitazione degli editti bulgari di rito berlusconiano.

Insomma, la Rai presa in ostaggio dalla destra sta correndo non già verso gli agognati modelli della Bbc britannica o dell’Ard tedesca (dove indirizzo e gestione sono separati), bensì verso i sistemi autoritari della Polonia o dell’Ungheria. Vale a dire, siamo di fronte all’occupazione di ben sei canali generalisti, configurandosi una sorta di “monopolio imperfetto”, che meriterebbe l’attenzione della stessa Corte costituzionale, la cui quarantennale giurisprudenza è ormai stravolta.

Per di più, l’esternazione dell’AD pro tempore (affiancato dal direttore generale che presto lo sostituirà, con una bizzarria bizantina) si contrappone con spavalda faccia tosta alla risposta del Commissario europeo per il Mercato unico Thierry Breton ha dato ad un’interrogazione parlamentare in materia. Il Commissario, a seguito delle risultanze della relazione dell’Unione europea del 2022 sullo stato del diritto, nonché dell’Osservatorio del pluralismo dei media del 2023, sottolinea i “rischi di interferenza politica che incidono sull’indipendenza”. Si riferisce alla Rai. Basti, poi, leggere i documenti citati per cogliere il disagio di Bruxelles sulla situazione abnorme in cui versa da tempo l’antica anomalia italiana.

Proprio qualche giorno fa è stata presentata una proposta di legge da parte del gruppo Verdi e Sinistra alla Camera dei deputati, per riaprire finalmente la discussione sul capitolo cruciale del servizio pubblico.

Ha sottolineato i rischi di ciò che sta accadendo il presidente della Federazione della stampa Vittorio Di Trapani e “Articolo21” ha proposto di fare di tali temi uno dei perni della manifestazione in difesa della Costituzione (“La via maestra”) promossa dalla Cgil e da ottanta associazioni.

Insomma, caro amministratore delegato, le migliaia di firme raccolte a sostegno di Saviano dovrebbero aprirle gli occhi: saremo pure congiunturalmente sconfitti, ma né domi né vinti.


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