Cittadinanza onoraria a Napoli per Assange: il consiglio comunale approva larga maggioranza la richiesta

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E’  andato a buon fine l’appello lanciato dagli gli attivisti di #freeassangenapoli.  al Consiglio comunale di Napoli, che il 31 gennaio ha votato a larga maggioranza, con solo 4 astenuti, un ordine del giorno con il quale si chiede al Sindaco della città di Napoli, Gaetano Manfredi, il conferimento della cittadinanza onoraria a Julian Assange, “vittima di una vera e propria persecuzione politica che lo ha privato dal 2012 della libertà”.

Assange è oggi rinchiuso in un carcere di massima sicurezza della Gran Bretagna, in attesa che venga esaminata una richiesta di estradizione del governo Usa, paese che gli ha già comminato una condanna a 175 anni di carcere.

Giornalista, programmatore e attivista australiano, Assange è cofondatore e caporedattore dell’organizzazione divulgativa WikiLeaks, che dal 2006 pubblica documenti da fonti anonime e informazioni segrete. Proprio a causa della divulgazione di queste notizie ritenute “scomode” è stato arrestato. Le vicende giudiziarie legate a WikiLeaks aprono molti interrogativi sul futuro del giornalismo d’inchiesta.  Il verdetto potrebbe portare all’estradizione negli Stati Uniti del fondatore di Wikileaks, che rischia l’imputazione per diversi reati, tra cui quello di spionaggio perseguibile secondo l’Espionage Act, con pene complessive fino ai 175 anni di carcere.  Appelli per la sua liberazione si stanno moltiplicando in ogni parte del mondo. 

L’accusa che viene formulata ad Assange dal Dipartimento di Giustizia americano, infatti, per molti costituisce un grave precedente per tutto il mondo della stampa. Lo stesso Shipton, nel video-appello in esclusiva per “Imbavagliati – Festival Internazionale di Giornalismo Civile”, afferma che: “lottare per Julian e per la sua liberazione significa combattere per tutti noi, contro gli Stati che si stanno prendendo la libertà di distruggere comunità, persone, noi stessi, per detenere quei privilegi a cui non intendono rinunciare.

Proprio da Napoli nel nel 2021 era partito un altro appello per Asssange dal “Imbavagliati – Festival Internazionale di Giornalismo Civile”, con l’accorata video-testimonianza in esclusiva, poi ripresa da AnsaMondo, di John Shipton, in difesa del figlio.
E sempre da Imbavagliati, lo scorso maggio, si era riunito il primo sit-in internazionale per la richiesta di libertà per  Assange, organizzato in collaborazione della FNSI, Articolo Ventuno e Amnesty International Italia. Una delle iniziative fortemente voluta durante una giornata storica del Festival intitolata “In nome della pace”: giornalisti, blogger e attivisti si sono stretti attorno alla Mehari di Giancarlo Siani per lanciare un ponte di solidarietà tra popoli vittima di guerre, da quelle “dimenticate” come la guerra in Siria, a quelle più dibattute in questi giorni come l’invasione russa in Ucraina.
Ma “dobbiamo smettere di trattare il caso Assange come un caso sui generis: è un caso che riguarda la libertà di stampa, non solo per Assange, ma tutti i giornalisti” ha affermato recentemente Stella Moris, moglie ed avvocato di Assange.

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