Daphne Caruana Galizia, 5 anni senza verità e giustizia. Il 14 ottobre iniziativa a Bruxelles di Ifj e Efj

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Sindacato internazionale e sindacato europeo dei giornalisti promuovono una veglia alla vigilia dell’anniversario dell’assassinio della giornalista, a Malta, «per inviare chiaro il messaggio che vogliamo sapere chi l’ha uccisa e perché». Alle 13 fuori dal Residence Palace, sede delle istituzioni Ue.

Il 16 ottobre 2022 ricorre il quinto anniversario del brutale assassinio di Daphne Caruana Galizia, nota giornalista investigativa e attivista anticorruzione maltese. Per onorare la sua memoria e continuare a chiedere giustizia, la Federazione europea dei giornalisti e la Federazione internazionale dei giornalisti organizzano una veglia a Bruxelles venerdì 14 ottobre.

L’appuntamento è alle 13, fuori dal Residence Palace, sede delle istituzioni europee. L’invito è a unirsi ai rappresentanti dei giornalisti «per inviare chiaro il messaggio che vogliamo sapere chi ha ucciso Daphne e perché. Vogliamo verità e giustizia», spiegano Efj e Ifj in una nota congiunta.

Il 16 ottobre 2017, mentre si allontanava da casa in auto, Daphne Caruana Galizia è stata uccisa, a soli 53 anni, dall’esplosione di una bomba piazzata sotto il sedile. «A cinque anni dall’omicidio, le autorità maltesi devono ancora perseguire tutti coloro che sono coinvolti nella pianificazione e nella realizzazione dell’attentato», incalzano Federazione internazionale e Federazione europea dei giornalisti.

«Allo stesso tempo – proseguono – le autorità maltesi devono ancora dare seguito alle raccomandazioni anticorruzione della commissione d’inchiesta pubblica sull’assassinio della giornalista. La recente pubblicazione da parte del governo maltese di proposte legislative riguardanti il settore dei media e alcune restrizioni all’uso delle querele temerarie è un passo nella giusta direzione. Tuttavia, la commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, ha esortato le autorità maltesi a garantire una consultazione pubblica. Sosteniamo questo invito a coinvolgere la società civile nel decidere e attuare la riforma del settore dei media».

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