La moda della caccia alle streghe applicata ai giornalisti

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E’ una sorta di caccia alle streghe, cioè ai giornalisti quella confermata dalle liste circolate in questi giorni, ultima forma di proscrizione, seppure smentita come tale. E anche su molti altri fronti, oltre a quello squisitamente di guerra, si nota una “stretta” su fonti e libertà di stampa. Ad aprile 2021 decine di giornalisti e un avvocato che si occupavano del caso Sea Watch furono intercettati illecitamente mentre conducevano il loro lavoro di racconto e difesa giuridica sulle Ong. Di fatto finirono nell’inchiesta sull’associazione in modo anomalo e illecito. Recente la vicenda della perquisizione ordinata e poi revocata contro gli autori del servizio-inchiesta di Report sulle stragi del 92 a Palermo. Ogni volta che si va oltre il limite seguono pallide scuse e/o giustificazioni ma mai una vera presa d’atto della gravissima violazione della libertà di stampa. “Non è vero che i cronisti sono stati intercettati in forma ‘indiretta’, basta leggere il decreto di perquisizione per Paolo Mondani”, ricorda il Presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti. E aggiunge a proposito degli elenchi dei giornalisti diffusi negli ultimi giorni circa le posizioni sulla guerra in essere: “Oltre alle liste sarà il caso di occuparsi anche dei cronisti intercettati, pedinati, spiati, alla ricerca delle loro fonti, attendiamo smentite dalle istituzioni”.
(Nella foto Giuseppe Giulietti)


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