Meno Nato, più ONU

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Per evitare il verificarsi di un evento, si commette l’errore di adottare proprio le pseudo-precauzioni, che invece lo scateneranno. Questo scenario venne teorizzato dal sociologo Robert Merton come ”profezia che si autoadempie”. E calza perfettamente con la decisione di rafforzare la Nato, con lo stanziamento di enormi fondi (2% del Pil degli stati membri) per scongiurare la guerra. Ma che proprio questo potenziamento potrebbe rendere più probabile. Inoltre – al netto di qualunque giudizio di merito – non credo che la Nato sia un organismo di deterrenza valido, perché il suo intervento è inibito verso paesi con arsenali nucleari, per evitare un conflitto atomico; ma se è limitato solo nei confronti di nazioni prive di bombe atomiche, gli armamenti convenzionali di cui già dispongono i suoi soci bastano e avanzano.
Sono d’accordo invece nell’utilizzare lo stesso ingente 2% del Pil per potenziare e riformare l’ONU, cioè il parlamento globale. Che oggi può essere bloccato dal veto di pochi stati, ma che invece dovrebbe poter decidere con maggioranze, anche qualificate, le situazioni di tensione nascenti, prima che diventino conflitti conclamati. La pace non s’improvvisa, ma si previene con l’attenta manutenzione della giustizia internazionale.

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