Personaggi che lasciano il segno, la direttrice Maria Bastolla

5 1

Si è mossa sempre in direzione ostinata e contrariaMaria Bastolla. La direttrice didattica più giovane d’Italia. Una donna del sud che non si è arresa alle tradizioni. Anziv’é entrata dentro persmuovere consuetudini ancestrali, sparigliare ruoli assegnati, doveri matriarcali e posizioni intoccabili relegate al maschio. Una vita impari che Maria Bastolla ha sovvertito a cominciare dai primisogni.

Bambina curiosa, intrigante, caparbia e pungente scelse da subito laScuola e lo studio senza giocare con le bambole di pezza, senza tirare le pietre nel cerchio. Attenta, diligente, lottava per andare a scuola e proseguire gli studi contro ogni veto per essere. Donna severa e dolce é sotto la quercia, la sua quercia di casa a Bellosguardo, che respirava e ritrovava un pó del suo ieri e un pó di sé. Di quel sé cresciuto e mai cheto, dove rivedeva suggestioni e sentimenti forti di legami, conversazioni, chiacchiere, cunti e racconti che studiava e centellinava nel gioco delle parole dette e non dette. É nelle aule di provincia a dirigere scuole di frontiera e contesti difficili che si prova e sfida. Apre nuovi orizzonti della pedagogia, riallinea la didattica. Viene osservata. Viene indicata. È l’esempio per Sovrintendenze, ministeri e direzioni generali. Scava nei silenzi, cerca nelle pause quel che manca alle parole, quel che fa di una nenia una poesia, di una favola l’essenza della vita. Della vita il senso dell’agire quotidiano, del vivere per non morire dentro gabbie e convenzioni, ipocrisie e falsi perbenismi. La direttrice Bastolla andava dritto all’ascolto e al dialogo, dentro e fuori le aule. Aveva casa sempre aperta. A far lezioni speciali, gratuite, in strani orari, a quanti non potevano frequentare. A preparar merende per le sue Monica e Rossella e per i tanti bambini che tirava via dalla strada per recuperarli. Sorrideva e chiudeva con un bacio le gelosie delle sue bambine. Maria Bastolla è stata di tutti e per tutti la guida maestra. Anche ora nel quotidiano silenzio è maestra di vita. Nel 2008 il Presidente della Repubblica Napolitano le concede la nomina a Commendatore della Repubblica, con parole che stigmatizzano una vita, una carriera, un impegno profondamente profuso:”Attraverso il suo tenace e duraturo impegno nel mondo della scuola, in contesti territoriali caratterizzati da forte disagio, ha dato un fondamentale contributo alla lotta al fenomeno della dispersione scolastica e al recupero degli alunni particolarmente svantaggiati”. È in queste parole che c’è l’essenza della maestra,della direttrice didattica che vive le diverse e varie stagioni della Scuola italiana. L’attraversa nelle varie riforme, in quella specie di rivoluzione didattica che comincia nel cambiar cicli, Ordini, Gradi e nomi…perché in fondo Maria Bastolla è stata una Didatta. Ha avuto incarichi accademici dove ha portato i suoi studi linguistici all’Università con Simone e De Mauro. Non è stata mai gregaria e serva del potente di turno. Ha sempre agito per essere se stessa, arrivare a risultati sorprendenti sul campo, in aula, in collegio docenti, in luoghi disagiati. È una Didatta ma è stata anche una cronista della didattica che é cambiata, a seconda, dal secolo scorso ad oggi.Dall’analfabetismo, dal non è mai troppo tardi, alla scuola per tutti,dalle riforme, le innovazioni, le tecnologie, le lavagne magnetiche, le lim, i bisogni educativi speciali e le generazioni multitasking…passando per i nuovi analfabetismi….quelli digitali…che pur ci sono dentro e fuori le aule. Maria Bastolla anche nel suo silenzio richiama all’ascolto e al dialogo. A bordo della sua Fiat 500,per le campagne di Sarno, rallentava e faceva salire su bambini che altrimenti non sarebbero andati a scuola. Col maresciallo dei carabinieri andava a prendere nei casolari sperduti, nelle catapecchie, nelle stamberghe d’allora, quelli che venivano etichettati come “bambini selvaggi”. Era l’inizio della lotta alladispersione scolastica, il recupero di quanti per la scuola venivano considerati morti. L’onorevole Giorgio Amendola tessè le lodi della scuola al sindaco e ad altri del ghota italiano. Partí da lí l’educazione ambientale. Con lei prese corpo il tempo pieno…e a piene mani cambió, rivoluzionó,trasformó quel ghetto di scuola a Mariconda in un modello. Ne raccontarono quotidiani e RAI. Scuola e Linguaggio, il titolo di una trasmissione RAI che dedicò il numero, “Una lingua per tutti: l’italiano”, interamente girato a Salerno, alla scuola elementare diretta da Maria Bastolla a Mariconda. I giorni che precedono l’Autonomia scolastica sono densi di idee e progetti che tutelano e preparano al cambiamento. Con il Sole e la Rosaraccoglie successo e stima nella vetrina nazionale della fiera del libro di Bologna. Pochi sono accompagnati nella vita dall’articolo determinativo. La Bastolla è stata sempre per antonomasia “la direttrice”. Al Ministero o in Provveditorato, difronte a controversie,a casi difficili o strani, dicevano “ Sentite cosa pensa la direttrice”. È sempre andata controcorrente. Il suo andar verso non ha mai portatoad un risultato definitivo. Ha sempre aperto porte ed orizzonti. Ha agitato le culture e fronteggiato le intellighenzie. Un pò etnologa e un pò antropologa, un pò linguista ha animato di sua presidenza il CIDI. Sino al suo ultimo respiro ha dialogato con gli occhi,accarezzato cuore di Mario e stretto mani di figlie. Ricordi e voci si affastellano e si confondono con i volti di ieri e di oggi. A Salerno, a Roma, a Bellosguardo. All’ombra della sua quercia il silenzio della vita.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21