Nicoletta Orsomando, una signora del servizio pubblico

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Se n’è andata in punta di piedi, con la stessa discrezione con cui per quarant’anni aveva accolto i telespettatori dagli studi rai di Roma. Non a caso l’avevano ribattezzata “signorina buonasera”. Con i suoi modi gentili, ogni volta che appariva sullo schermo, era per annunciare i programmi che andavano in onda.

Ricordo con commozione quando annunciò che andava in pensione, dicendo che il suo non era un addio bensì un arrivederci.
Ero io di conduzione al tg1 quellla sera del 28 dicembre del 1993 e si aprì con lei un dialogo “malinconico il giusto”, scrive Antonio Dipollina su Repubblica, negli ultimi cinque minuti di quel Telegiornale, in cui le lasciai il compito di lanciare la rubrica finale dedicata allo sport.
Aveva cominciato quando ancora la tv era un privilegio di pochi, nel 1953, dopo un provino in cui la sua perfetta dizione della lingua, aveva convinto i selezionatori a puntare su di lei per presentare un programma sperimentale, un documentario dell’enciclopedia britannica.
A renderla gradevole al grande pubblico, il suo volto sempre sorridente e la sua bella voce, ma anche i modi garbati, eleganti e gentili, come ha sintetizzato in maniera efficace una delle colleghe, Maria Giovanna Elmi quando ha saputo della sua morte in un ospedale romano, a 92 anni, dopo una breve malattia di cui nessuno ha saputo nulla, perchè lei non amava far conoscere dettagli della sua vita privata.
Era diventata il sinonimo di un certo modo di fare televisione: già, perchè in tanti anni di frequentazione del piccolo schermo non si era limitata ad annunciare i programmi, ma aveva anche condotto in prima persona trasmissioni di successo, da quelle istituzionali, come “la giornata parlamentare” con Jader jacobelli, diventata poi “Oggi al parlamento”,  a quelle dedicate al cinema, come “Cineselezione”, al mondo degli animali e delle piante con Angelo Lombardi, e alla musica, come “un disco per l’estate”, fino al mitico festival di Sanremo.
Insomma per i telespettatori era diventata come un’amica di famiglia, “una vestale del teleschermo”, come l’ha definita in modo un pò ridondante Pippo Baudo, altro mostro sacro della tv come lei. Se non una vestale certamente una maestra di stile e professionalità, con un senso innato della misura.
Una maestra che ha continuato a frequentare gli studi televisivi anche dopo essere andata in pensione nel 1993, come ospite di lusso, in programmi di successo come Domenica In, con Lorella Cuccarini, Hotel patria, con Mario Calabresi, gli speciali di Fiorello su RaiUno, e la Prova del Cuoco con Antonella Clerici, fino al 2016. Insomma una vita dedicata al piccolo schermo, sempre con lo stesso stile e la stessa professionalità.
“Con lei scompare quello che per decenni è stato il volto stesso della televisione, educato e gentile”, ha commentato Marinella Soldi, neo presidente della RAI e a lei si è associato il neo amministratore delegato, Carlo Fuortes, definendo Nicoletta Orsomando, “un esempio al quale continuare a guardare nello spirito di una RAI che non dimentica le sue radici e la sua missione”.
“Una signora del servizio pubblico”, sobria e anche ironica, ha aggiunto il presidente della FNSI, Giuseppe Giulietti: quel servizio pubblico, ci auguriamo tutti, che torni ad avere presto le caratteristiche della Nicolina, detta Nicoletta Orsomando, che ne era il biglietto da visita. Sarebbe il modo migliore per evitare che scompaia del tutto quel modo di fare televisione, così’ misurato  e gentile come era lei.

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