Afghanistan, una tragedia che interroga l’intero mondo sulla necessità di costruire un “governo internazionale”

1 0

E’ arrivato il momento di affrontare questa scelta difficile ma necessaria ed urgente. Sono tante le sfide che abbiamo davanti e “nessuno si salva da solo” non è un slogan ma è la semplice verità.

Il ritiro delle truppe americane da parte del presidente Biden seguito dagli altri paesi alleati è una scelta grave, una sconfitta che mette a dura prova la credibilità di tutto l’Occidente

L’impegno dell’Italia è quello di proteggere i cittadini che hanno collaborato con la nostra missione. … E c’è un delicato lavoro da fare con i partner europei per trovare una soluzione della crisi che tuteli i diritti umani in particolare quelli delle donne”: così recita un comunicato di Palazzo Chigi.

Si tratta di un impegno doveroso e importante ma non è sufficiente, risponde all’emergenza umanitaria e si dovranno predisporre con l’Europa corridoi umanitari e un’accoglienza dignitosa per i profughi. È necessario altresì guardare un po’ più in là, oltre l’emergenza.

Un popolo quello Afghano da decenni in guerra: con la “protezione” dell’occidente dopo la strage delle torri gemelle e prima ancora dall’Unione sovietica. Tornerà la Russia come sembra e arriverà anche la Cina (purché ci sia l’impegno dei talebani a non ospitare terroristi). Forse per proteggere anche il popolo ma soprattutto per interessi economici e relazioni internazionali che disegnino una nuova geopolitica come la Cina e la Russia sono già impegnate a fare in aree limitrofe fino a lambire il Mediterraneo.

L’Europa dunque batta un colpo compatta evitando che ogni paese pensi ed agisca da sé e per sé. Se non ora quando?

I talebani stanno cercando di accreditarsi promettendo moderazione: ce lo auguriamo ma quanto ci può essere di vero stante le efferate brutalità di cui sono stati capaci come si è visto già dopo che l’Unione Sovietica aveva abbandonato il paese: assassinii crudeli, la Sharia più violenta, le donne private di ogni diritto.

Capire che cosa può succedere in quel paese dentro un’area cruciale per il mondo intero è necessario. Il nostro obiettivo è ancora “costruire la pace affermare i diritti la libertà e l’autodeterminazione?”

Se sì dobbiamo cercare e trovare modalità nuove diverse dalla guerra fallimentare ovunque: dalla Libia all’Iraq alla Siria alla Somalia …; come ha cercato di farci capire con la riflessione e l’esempio della sua vita Gino Strada.

Arriva in questi giorni ancora un grido di dolore e un appello disperato delle donne Afghane: “quando si spegneranno i riflettori le donne saranno il bersaglio. … Ci cercheranno nelle strade …ci ributteranno sotto il Burqua che è come morire lentamente”.

La risposta sta nella nostra Costituzione (Articolo 11)

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà dei popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali: consente, in condizione di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo .

Ripudia è una parola forte che significa mettere la guerra fuori dalla storia.

Facciamolo agire, questo articolo 11, in tutta la sua potente latitudine elaborando nuove culture per costruire la pace.

Cominci l’Italia a far sentire questa necessità in Europa anche in preparazione del G20 che si terrà il prossimo ottobre e che l’Italia presiede autorevolmente quest’anno con il nostro presidente del Consiglio Mario Draghi.

I paesi del G20 Rappresentano il 60% degli abitanti del Pianeta e l’80% del PIL mondiale. Sono: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia e Unione Europea. La Spagna è un invitato permanente.

Questi Paesi hanno il diritto e il dovere di aprire una riflessione e delineare un percorso verso un governo internazionale che affronti con passione e generosità tutte le sfide per la salvezza della Terra che poi significa ripristinare l’equilibrio tra i quattro elementi primordiali che connettono il microcosmo umano e il macrocosmo naturale, terra acqua aria fuoco. Da tale equilibrio tanto l’Oriente quanto l’Occidente, fin dall’antichità , pensavano dipendesse la vita della specie umana e la sopravvivenza del cosmo. È ancora vero e bisogna agire subito. Adesso


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21