Il caso Fedez non è il caso Fedez

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Il caso Fedez non è il caso Fedez.

E’ il segno di un’opinione pubblica, che cerca rappresentanza a bisogni nuovi, come la tutela delle minoranze sessuali, ma anche per quelli conclamati, come una televisione pubblica e indipendente. Il rapper milanese porta scompiglio nella Rai, il più grande acquario del potere. Dove in acqua tiepida nuotano pesci di tutti i colori politici, con l’intesa reciproca di non rompere il confortevole “sistema”. Se qualche volta un disubbidiente vuole cambiare le cose, si attiva subito il sistema di isolamento ed espulsione. Che abbiamo visto operare – con diverse modalità – da Fo passando per Biagi, Luttazzi ed altri, fino alla Gabanelli.
Di Rai libera dai partiti si parla da anni. Nessuno dice no, ma nessuno pone regole di indipendenza. Questo perché a chiedere la BBC italiana sono voci poco organizzate. Ora Fedez mette sul tavolo un bel pacchetto di follower. Cioè, di voti. Allora Salvini non può mandarlo a cagare, ma gli propone un caffè. Il ragazzo va gestito, prima che gli crei casini nella sua stessa Milano e nel Paese. Ma la consegna è trasversale a tutti i partiti: farlo sfogare, dargli ragione e buttare dosi abbondanti di mangime nell’acquario per tenere calmi gli altri con nomine e avanzamenti e sanzionare gli atipici. Col solito sistema: Bilanciare Bastone e Carote. BBC, appunto.

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