In Antimafia l’audizione di Berizzi e Tagliacozzo nel Giorno della Memoria. Sullo sfondo le minacce e i rigurgiti neofascisti

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Lia Tagliacozzo e Paolo Berizzi saranno ascoltati tra poche ore in Commissione Antimafia, entrambi vittime di minacce di gruppo nei fascisti emergenti, che li inseguono (letteralmente), sul web e ostacolano, quando non impediscono del tutto, le loro iniziative culturali volte a diffondere il rispetto per l’altro e la necessità di arginare un crescente fronte fascista. La Commissione ha convocato i due giornalisti unitamente al Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Giuseppe Giulietti, che da tempo chiede maggiore attenzione sui rigurgiti neonazisti e sui pericoli che corrono i giornalisti che si occupano di questo argomento. Lo stesso Giulietti è stato bersaglio di minacce quando ha difeso i cronisti che seguono da vicino cosa accade con i migranti nel Mediterraneo. Quella di oggi è la prima audizione dedicata al tema dell’antisemitismo e del fascismo che colpisce il giornalismo. Se ne è parlato anche ieri pomeriggio nel corso dell’incontro “Un’ora con…” organizzato da Articolo 21 in occasione della Giornata della Memoria dedicata alle vittime dell’Olocausto e alla battaglia, mai finita, contro le discriminazioni razziali. Durante i lavori Lia Tagliacozzo ha ricordato la brutta avventura vissuta pochi giorni fa in occasione della presentazione del suo libro, mentre Paolo Berizzi è intervenuto ricordando il suo “brutto” primato di giornalista sotto scorta per le minacce ricevute da gruppi neofascisti. L’audizione di oggi ha un altissimo valore simbolico e pone sotto i riflettori anche istituzionali la necessità di analizzare la crescente ondata di odio antisemita e razziale che sta montando sulla rete, con gravi ripercussioni anche nella vita reale, nonché sull’esigenza di garantire un’informazione approfondita sul tema senza che chi la fa corra seri pericoli per la propria incolumità. “Chiediamo alle istituzioni competenti di illuminare le difficoltà che incontrano i giornalisti ‘colpevoli’ soltanto di parlare di questo argomento scomodo. – dice Giuseppe Giulietti – Purtroppo sappiamo che questo tipo di odio è organizzato, non siamo davanti a pochi pazzi che circolano sul web, bensì di fronte a movimenti che fanno dell’odio una loro bandiera. E c’è chi li finanzia. Ciò è assai preoccupante”.

(Nella foto Paolo Berizzi)


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