Sfruttamento dei braccianti nell’agro pontino, altri arresti della Finanza. La Flai Cgil: “Battaglia ancora lunga”

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La Finanza di Latina ha eseguito ieri una serie di misure cautelari personali emesse dal gip del Tribunale pontino, Mario La Rosa, mettendo fine ad una collaudata attività criminale dedita al sistematico sfruttamento dei braccianti agricoli di nazionalità prevalentemente indiana. L’operazione di polizia economico-finanziaria – denominata “δοῦλος” (dal greco antico “servo”, “schiavo”), iniziata da un controllo in materia di lavoro sommerso, eseguito dai Finanzieri della Tenenza di Sabaudia nei confronti un’importante azienda agricola pontina, ha permesso di accertare come la società, grazie all’opera dell’amministratore e di altri soggetti in posizione direttiva abbia impiegato nel lavoro agricolo nelle unità locali operative in provincia di Latina, nel corso degli ultimi due anni, complessivamente oltre 290 lavoratori in condizioni di assoluto sfruttamento e prevaricazione. Nel corso delle indagini, è emerso che gli indagati, approfittando dello stato di bisogno di numerosi lavoratori stranieri, hanno proceduto non solo alla corresponsione di retribuzioni orarie sensibilmente inferiori a quelle previste dai contratti collettivi di categoria, ma anche all’impiego effettivo della manodopera per un numero di ore di lavoro settimanale di gran lunga superiore a quello formalmente risultante nella documentazione aziendale “ufficiale” (formalmente ineccepibile) concernente i relativi rapporti di lavoro subordinato (contratti di lavoro, buste paghe, registro presenze, etc.). Le condizioni di lavoro e i metodi di sorveglianza pressanti e degradanti, attuati dai responsabili dell’area amministrativa e di controllo del personale, sono stati tali da generare nei lavoratori stranieri – costantemente provati da un profondo stato di bisogno e dalla necessità, spesso, di mantenere economicamente le famiglie d’origine – anche un totale assoggettamento psicologico al “datore di lavoro”. In alcuni casi, infatti, i lavoratori sono stati costretti a rinunciare al riposo settimanale e/o alla fruizione di ferie. Lo sfruttamento dei braccianti agricoli ha consentito all’azienda agricola non solo di risparmiare sensibilmente sul costo della manodopera – a discapito delle fasce più deboli – ma anche di attuare una grave concorrenza sleale a danno degli altri operatori economici “onesti” del settore, grazie al mancato pagamento alle casse dell’Inps dei maggiori contributi previdenziali e assistenziali ammontanti ad oltre 110.000 euro. L’intervento delle Fiamme Gialle pontine s’inquadra nell’ambito dei compiti di polizia economico-finanziaria attribuiti alla Guardia di Finanza a tutela del mercato del lavoro – per contrastare, in particolare, le più gravi forme di prevaricazione e sfruttamento – degli interessi erariali, nonché “Quella appena conclusa è l’ultima di una serie di operazioni condotte dalle forze dell’ordine, che portano alle luce nel territorio pontino, un sistema malato perpetuato da alcuni pseudo-imprenditori agricoli, che in nome del profitto personale oltre ad infangare chi, soprattutto in questo periodo, onestamente cerca di difendere il proprio operato, arrivano fino a calpestare i basilari diritti umani. – sottolinea la Flai Cgil – Riteniamo giusto ringraziare le forze dell’ordine tutte, per il grande sforzo e contributo portato, in una battaglia di legalità che ci vede tra i fautori da anni. Come FLAI siamo certi che la battaglia comune sarà ancora lunga ma siamo pronti a fare la nostra parte. È anche per questo che da tempo sollecitiamo una “cabina di regia” condivisa che deve vedere tutti gli attori in campo impegnati per fronteggiare le mille sfumature che si nascondano dietro lo sfruttamento dei Lavoratori in agricoltura. Ora bisogna con determinazione, far emergere il sistema di intermediatori “etnici”, i quali anche se senza nessuna autorità, se non l’autoproclamazione, tentano di contrattare direttamente con le aziende il così detto “salario di piazza” notevolmente più basso rispetto a quello di riferimento. Serve invece dare forza e centralità al Contratto Provinciale di Lavoro, che è l’unico strumento in grado di dare risposte uniformi a tutte le aziende del territorio sia in termini economici che normativi nel rispetto della legalità. Siamo certi come Flai che insieme alle altre OS e associazioni datoriali, attraverso un dialogo costruttivo e franco, di riuscire a determinare le giuste condizioni per sterilizzare il perpetrarsi di condotte simili”.


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