servomutoTeatro:”Bellotutto” indaga sul teatro che verrà intervistando i lavoratori dello spettacolo

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RUMOR(S)CENA – SERVOMUTOTEATRO – BELLOTUTTO – Di norma un giornalista, nell’esercizio della sua professione, rivolge delle domande a chi è l’oggetto dell’intervista, ma se accade il contrario, si ritrova in una condizione per lo meno inusuale. Accade quando un altro collega ti chiede di accettare di essere intervistato. Nel caso specifico la richiesta è arrivata da servomutoTeatro , associazione culturale formata da autori, attori, e registi “che con tematiche universali e linguaggio originale intende mettere in relazione teatro e tempo presente. Nasce dalla necessità di reagire in modo creativo al contemporaneo attraverso la creazione di spettacoli ed eventi culturali»

Il regista Michele Segreto insieme a Michele Mariniello, Marco RizzoSara Drago Roberto Marinelli hanno ideato “Bellotutto”, una rubrica serie di incontri-interviste (realizzata in diretta sulla pagina facebook.servomutoTeatro sul “teatro che verrà” dove sono stati intervistati operatori dello spettacolo nelle diverse funzioni: Carlotta Viscovo attrice, coordinatrice nazionale del sindacato attori SLC – CGIL e rappresentante di Attrici Attori Uniti; il costumista Gianluca SbiccaAntonia Chiodi direttrice della scuola di teatro dell’Accademia Filodrammatici di Milano; Giulia Brescia organizzatrice, programmatrice e distributrice teatrale; Fabrizio Trisciani, direttore artistico di Straligut Teatro e coordinatore di In-Box – Rete di sostegno del teatro emergente italiano ; Massimiliano Cividati, attore, regista, formatore e direttore artistico della compagnia teatrale AiaTaumasticaLoredana Oddone direttore luci della Compagnia Le belle bandiere

Al sottoscritto è toccato il compito di spiegare il ruolo del critico e quali sono le sue competenze in merito. La chiusura totale nei mesi di emergenza sanitaria dovuti alla diffusione del Covid-19 ha impedito ogni forma di rappresentazione pubblica e come il web abbia sostituito la normale attività artistica che era in corso in tutti i teatri.

“Bellotutto” – ha spiegato Roberto Marinelli – «è stato pensato come un contenitore per scoprire come i diversi lavoratori dello spettacolo hanno affrontato l’emergenza e come immaginano il futuro del teatro».

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Ci siamo concessi queste settimane di silenzio per riflettere sul percorso che stiamo compiendo e ripensare al senso profondo del nostro lavoro, al senso profondo di creare comunità, di seminare cultura e dialogo e di fare una cosa così difficile e unica come lo spettacolo dal vivo. È stato un tempo di ascolto che ha fatto emergere buone domande, prima individuali e poi collettive. In che direzione andare? Quali azioni è giusto intraprendere? È il tempo della creatività o è il tempo di riconoscerci e farci riconoscere come categoria e lottare per la tutela dei nostri diritti di lavoratori, di riconoscerci tra diverse realtà e non percepirci più come monadi distinte e distanti. Vogliamo condividere queste domande con voi, vogliamo raccontare la nostra parte in tutto questo, cosa ci spinge a credere che il nostro lavoro sia ancora portatore di senso, che sia ancora utile, necessario, vivo, umano, salvifico – tutte urgenze che dobbiamo recuperare, insieme alla consapevolezza del valore del lavoro. Per far fronte ad una situazione che non andava bene prima e che a maggior ragione ora va rivista, discussa, messa sotto scanner e immaginata, ridisegnata nuovamente nelle logiche che la orientano. Per questo, ci stiamo muovendo in gruppi che si stanno organizzando come noi per promuovere una realtà futura più dignitosa, rispettata e che metta gli “artisti” nella condizione di fare ricerca. Arte, appunto. La cultura ha un valore immenso e le persone hanno fame di bellezza. Quale miglior mezzo del Teatro per rispondere a questa esigenza. Il Teatro è Accadimento. Non esiste se non esiste la presenza di un pubblico che partecipa di ciò che accade durante lo spettacolo. Ma per poterci reinventare non possiamo esser lasciati da soli o considerarci soli. Siamo tanti. Siamo di nuovo qui, almeno qui, per adesso. Le cose cambieranno, e lotteremo insieme perché cambino. Se vorrete seguirci, immagineremo insieme il teatro del futuro… Continua su rumorscena


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