Giornali diffusi sui canali pirata di Telegram, primi sequestri della magistratura. Una settimana fa l’intervento di Agicom

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La Procura di Bari indaga sulla diffusione non autorizzata da parte di Telegram di copie di quotidiani, periodici e libri in violazione della legge sul diritto d’autore, senza l’autorizzazione degli editori e con canali privati. Questa mattina c’è stato il sequestro di 19 canali Telegram che ogni giorno diffondevano giornali “rubati”. La società non ha mai voluto collaborare, finora, per la individuazione della sorgente dei canali pirata. E adesso i provider italiani annunciano che, in mancanza di un cambio di passo della piattaforma di messaggistica, procederanno loro ad un blocco dell’accesso. E’ stato calcolato che nel periodo della quarantena è stato “sottratto” illegalmente un milione di copie di giornali alla quota regolarmente in vendita. Il primo intervento c’era stato una settimana fa da parte dell’Agicom, che su esposto della Fieg. aveva rimosso 7 canali avendo rilevato che violavano le norme sul diritto d’autore. I canali rimossi pubblicavano gratuitamente copie digitali di giornali. Agcom ha avviato una propria istruttoria ma in tutta questa storia emerge l’assenza di collaborazione di Telegram che ha reso impossibile l’identificazione e lo spegnimento dei canali pirata. Nell’inchiesta della Procura di Bari, adesso, si contesta anche il reato di riciclaggio proprio perché c’è stato un atteggiamento volto a far perdere le tracce dell’origine illecita, un po’ come si fa col denaro. Nello specifico è oggetto di verifica ai fini della responsabilità penale la diffusione di Pdf acquisiti illecitamente, mediante accesso abusivo al sistema informatico; un sistema che sottraeva alla rete legale migliaia di files e l’immissione sui canali Telegram consentiva un lucro tramite l’aumento della pubblicità. E’ uno dei volti scuri della quarantena.


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