Lettera a Toti: “Caro Presidente i giornalisti liberi servono e aiutano più dei megafoni”

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Marcello Zinola per Assostampa Liguria scrive al Presidente della Regione, Giovanni Toti per ricordare l’importanza dei giornalisti,anche quelli rompiscatole, e a cosa serve la stampa libera.

Questa è la lettera:  “Caro Presidente, Purtroppo per Lei e per fortuna dell’informazione che resiste alle pressofusioni editoriali, ci sono singoli giornalisti che ascoltano, fanno domande, non giocano con i numeri e, non prendendo gli altri per i fondelli, non si fanno prendere in giro nemmeno da Lei, che è stato (o ancora è) un collega. Volevo ricordarLe, essendo stato anche in 4 commissioni di esame (a titolo gratuito su nomina del nostro OdG) per le selezioni di vari uf stampa Alisa, San Martino e Asl (trasparenti e regolari) che coprire e creare posti di lavoro giornalistici laddove devono esserci dei giornalisti, non è una regalia, ma il rispetto delle regole così come indire un concorso per quello del consiglio regionale. Regole, appunto. Quindi non Le dobbiamo nulla, se non riconoscerLe di avere applicato delle regole rispondendo a delle giuste sollecitazioni sindacali e ordinistiche. Lei oggi “prestato” alla politica dovrebbe saperlo, dovrebbe conoscere la differenza tra portavoce, uffici stampa, comunicazione pubblica, istituzionale e politica. Dovrebbe, appunto. Dovrebbe avere anche un po’ di stile, non confondere la legittima critica politica di un esponente a Lei avverso condivisibile o meno che sia, con il lavoro che da tempo alcuni giornalisti fanno nel leggere i numeri su morti, malati, Rsa, servizi sul territorio, ponendo domande, ben prima della polemica politica odierna. Vede caro Presidente, i megafoni li ha inventati e utilizzati Lei con una sapiente regia comunicativa, salvo inviperirsi se una o un  giornalista, ascolta, scrive, fa due conti, pone domande e non riceve risposte. Lei, provenendo da un network tv in cui per commentare una sentenza veniva lanciata una campagna sui calzini del giudice firmatario della decisione dovrebbe stare un po’ più attento. Oppure ha controllato il colore dei calzini delle colleghe e colleghi? Giornaliste e giornalisti che fanno il loro lavoro, cioè i giornalisti in un panorama mediatico cartaceotvweb ligure dove tutto può dire, meno di godere di cattiva stampa… Certo se la beccano a smentire, smentendo se stesso, la storia dei bavaglini omaggio pasquali non può offendersi (vuole copia delle vostre comunicazioni interne, per un refresh di memoria?). Certo, abituato a godere di buona stampa si è persino lamentato per una foto sul Decimonono in cui c’era il sindaco Bucci, ma mancava Lei, immaginando chissà quali retroscena: lei, se non ricordo male, era arrivato dopo e lo “scatto” era già stato fatto. Certo se una giornalista del Tgregione fa un servizio sui numeri di morti e contagi senza limitarsi a piazzare un microfono e registrare, ma facendo il “suo” cioè la cronista e delle analisi, sarà prevenuta, pensa Lei. Se un’altra collega si ostina a fare domande sui numeri sul suo giornale on line dopo avere scoperto una mail birichina sulle Case di Riposo, è una prevenuta armata di pregiudizio. E se su un altro giornale il cui direttore attuale è l’emblema della prudenza Sabauda esportata in Liguria, ci sono analoghe riflessioni allora è un complotto. Un altro collega di Repubblica è notoriamente un rompi balle, per di più savonese, ma è un terribile ficcanaso, giornalista. Un paio di altri giovani e no, colleghi vanno in giro a documentare i problemi ospedalieri e sono dei diffusori di panico attraverso le loro testate.
Ma scusi chi aveva detto che era una influenza? Giornalisti o qualche illustre professionista sanitario? Certo, tutti possono sbagliare. Ma Lei, no. E allora giù di badile. L’importante è smentire e dare di megafono. Ma se ne faccia una ragione perché finché ci saranno dei cronisti rompiballe sarà un bene anche per Lei, magari non lo ammette, ma l’aiutano a correggere qualche errore. Perché se guarda bene nelle tasche ha ancora un tesserino da giornalista e la professione dovrebbe conoscerla ed è fatta da, per fortuna, inguaribili rompiballe. Cosa ben diversa dai megafoni.
Ps: guardi che votare a luglio porta male…

(nella foto Giovanni Toti)


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