Governo. Volano ceffoni, stracci e insulti tra leghisti e pentastellati

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I boatos dicono che Salvini potrebbe salire sul Colle nelle prossime ore. E se fosse l’ennesima farsa?

Di Pino Salerno

Il fantasma della crisi aleggia sempre più forte a Palazzo Chigi. Si ricorrono nelle ultime ore voci sempre più insistenti su Salvini che di ritorno dalla Finlandia potrebbe salire ”ufficiosamente” al Colle ed aprire di fatto la crisi alla luce dei ripetuti scontri con i cinque stelle, col collega vicepremier Di Maio e col presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Voci insistenti di un incontro che dal Quirinale però non confermano anche se non è da escludere che se nelle prossime ore la situazione dovesse precipitare, pure l’agenda del presidente della Repubblica potrebbe essere rivista.

Ad accendere le polveri ci pensa Matteo Salvini, sempre irritato dal voto dei Cinque Stelle per l’elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue, che denuncia “di fatto un governo” tra pentastellati e Dem. “Da due giorni sono al governo insieme, per ora a Bruxelles…”, attacca il leader della Lega. Luigi Di Maio non ci sta e in una diretta Fb replica: “Capisco che si attacchi M5S per fare notizia e coprire le inchieste sui finanziamenti della Lega, ma questa è una falsità. E’ un attacco grave che io non posso permettere. Sono stufo, se la Lega vuole far cadere il governo, lo dica chiaramente e se ne assuma la responsabilità”. La temperatura si alza e lo scontro esplode quando Salvini parla da Helsinki, dove prima ci scherza su (“La finestra elettorale è sempre aperta, guardate questo bel cielo…”), poi si fa serio e lancia l’ennesimo ultimatum al suo alleato mentre imperversa la bufera sul Carroccio per il caso Savoini: “Non vedo governi diversi da questo: se i no prevalgono sui sì allora la via è quella del voto, sperando che non ci siano maggioranze raccolte sul marciapiede perché qualcuno non vuole mollare la poltrona”. Il ‘Capitano’ vede nero, dice che è venuta meno la fiducia, “anche personale” verso il capo politico di M5S e annuncia che domani non andrà al Cdm. Anche se poi lo staff del segretario leghista precisa che “Salvini non ha mai collegato l’assenza agli impegni di domani a una perdita di fiducia”.

Di Maio riunisce il suo ‘gabinetto di guerra’. Presenti Stefano Buffagni, Riccardo Fraccaro e i capigruppo Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli. “Siamo stati colpiti alle spalle – si sfoga il vicepremier – le offese e le falsità dette nelle ultime 48 ore contro il M5S non hanno precedenti. Anche contro di me. Un mare di fake news solo per screditarci, quel che è accaduto è gravissimo”. E aggiunge: “Il governo per noi va avanti perché siamo responsabili e leali, ma da quello che vedo la Lega vuole tornare con Berlusconi e se è così lo dica chiaramente, lo dica agli italiani. Dica la verità a chi gli ha dato il voto”. Nella riunione si parla anche dei prossimi obiettivi del M5S, dal salario minimo alla riduzione del numero dei parlamentari. Dopo l’incontro, il capogruppo D’Uva assicura che non è intenzione del M5S dare vita a nuove maggioranze parlamentari: “Non esiste una maggioranza alternativa a quella attuale. Non esiste alcuna ipotesi di alleanza con il Partito democratico”, rimarca il presidente dei deputati grillini, che aggiunge: “Se il governo dovesse cadere, non sarà certo per volontà nostra. Noi vogliamo andare avanti per lavorare nell’interesse dei cittadini”. Dallo stato maggiore del M5S le mosse di Salvini vengono lette come un tentativo di distrarre l’attenzione dal caso ‘Russiagate’, ma le ultime vicende certificano il deterioramento dei rapporti tra le due forze di governo. Per qualche ora ‘Radio Montecitorio’ sembra scommettere su una rottura in tempi brevi, con la Lega pronta al blitz del voto anticipato. Per tutta la giornata tra Camera e Senato si rincorrono voci sullo ‘strappo di Matteo’, stanco di questo “stop and go” logorante, che rischia di bruciare i consensi conquistati alle ultime elezioni. Raccontano che Salvini sia sempre più tentato di staccare la spina all’esecutivo, e il pressing dei suoi è molto forte in questo senso. Ma ancora non sarebbe stata presa alcuna decisione.

Da jobsnews

 


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