Angeli e demoni

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Angeli e demoni è la denominazione attribuita ad un’inchiesta della Procura di Reggio Emilia che ha scoperchiato – in ipotesi – un abisso di orrori e di abusi sui bambini da parte di quegli operatori sociosanitari che, per missione, dovrebbero operare per proteggere i minori dalle situazioni a rischio e salvarli dagli orchi che si aggirano intorno a loro. Angeli: i bimbi, espressione dell’innocenza dell’umanità; demoni: gli adulti, che quell’infanzia oltraggiano.

Angeli e demoni si fronteggiano in una danza opaca sulla corteccia robusta della nostra indifferenza. “I bambini nelle gabbie come animali: le foto degli orrori dei lager di Trump”, titola un giornale on-line. Nei giorni scorsi Alexandria Ocasio-Cortez, membro democratico del Congresso degli Stati Uniti, era andata insieme a un gruppo di deputate, a Clint, in Texas, dove si trova un centro di detenzione per migranti catturati al confine con il Messico. Le deputate hanno assistito ad orrori che fanno accapponare la pelle di fronte al pianto di bambini, anche piccolissimi, separati dai loro genitori e rinchiusi nelle gabbie come animali. Ocasio-Cortez ha denunciato che le guardie di confine, le Control Border Patrols (Cbp), sono state “fisicamente e sessualmente minacciose” anche nei suoi confronti ed ha aggiunto: “Gli agenti tengono le donne nelle celle senza acqua e le costringono a bere l’acqua del water”.

Una volta che la politica ha istituito alcuni gruppi sociali come nemici pubblici da perseguitare, l’esperienza del disumano si insinua nei territori della democrazia da cui era stata bandita nel secolo scorso e si sviluppa come le metastasi in un corpo malato, accecando le coscienze e riesumando gli spettri dell’odio, dell’angoscia, del disprezzo dell’umano.

Mentre a Lampedusa una folla di esaltati augurava alla capitana Carola di farsi stuprare dai negri, pochi giorni dopo venivano recuperati i cadaveri di 72 migranti fuggiti dai lager libici ed affogati in un mare svuotato dalle navi umanitarie, sequestrate proprio per impedire il salvataggio dei naufraghi migranti: una grande vittoria della politica dei porti chiusi!

Qualche giorno fa a Torino, la polizia recuperava fra un tripudio di svastiche e gagliardetti, un micidiale arsenale di armi da guerra e persino un missile aria-aria, strumenti inconfondibili di un programma di morte coerente con la disumanità che dilaga.

Contemporaneamente, a Primavalle, si sono presentati 200 agenti in tenuta antisommossa, con 18 blindati della Polizia, 2 camion con idranti, per sgomberare i 340 abitanti di un vecchio edificio abbandonato, compresi 80 bambini. Il messaggio è chiarissimo: guai ai poveri. Si è chiesto don Luigi Ciotti: “Che democrazia è quella che, invece di costruire giustizia sociale in un concorso di diritti e di doveri, colpisce la povertà e la disperazione come se fossero dei reati?”

Negli anni trenta del secolo scorso, un regista tedesco, Fritz Lang, rappresentò lo sgomento di una società in procinto di precipitare nella barbarie del nazismo. Nel 1931 uscì sugli schermi M – Il mostro di Düsseldorf, un capolavoro di angoscia e di terrore, “…un’aspra, geniale parabola sui riacquistati temi della colpa e dell’ambigua giustizia umana”. Nel 1932, Il testamento del dottor Mabuse. Di esso il regista dirà più tardi: «Da parte mia stavo studiando un modo per rappresentare la mia avversione per la crescente violenza nazista, così feci Das Testament des Dr. Mabuse. Misi in bocca a un pazzo criminale tutti gli slogan nazisti.”

Che si stia sviluppando un malessere straordinario del nostro vivere civile è testimoniato da reazioni fino a qualche giorno fa inconcepibili. Il giorno di San Benedetto, l’11 luglio, le monache di clausura di 62 monasteri italiani hanno scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica ed al Presidente del Consiglio, lanciando un grido d’allarme ed esprimendo “preoccupazione per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto e violenta discriminazione nei confronti dei migranti e rifugiati che cercano nelle nostre terre accoglienza e protezione”. Le clarisse chiedono “che le istituzioni governative si facciano garanti della loro dignità, contribuiscano a percorsi di integrazione e li tutelino dall’insorgere del razzismo e da una mentalità che li considera solo un ostacolo al benessere nazionale”.

Angeli e demoni, appunto: il confronto continua.


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