25 anni senza Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Fico: «Le istituzioni si impegnino nella ricerca della verità»

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Aprendo i lavori del seminario ‘Noi non archiviamo. Il giornalismo d’inchiesta per la verità e la giustizia’, il presidente della Camera ha, fra le altre cose, auspicato che riprenda il dibattito sulla riforma della diffamazione. Durante la mattinata sono state consegnate tre targhe ricordo agli studenti di altrettante scuole ed è stato letto il messaggio inviato dai genitori di Giulio Regeni.

«È un segnale importante – ha esordito il presidente della Camera, Roberto Fico, introducendo la mattinata – che questa iniziativa si tenga in una sede istituzionale. In questa vicenda restano ancora troppi gli interrogativi e le zone d’ombra. La ricerca della verità è un atto dovuto verso tutte le vittime e verso i loro cari che lottano per la giustizia e le istituzioni devono impegnarsi ad affiancarli in questa ricerca». La richiesta di giustizia, ha detto ancora Fico, «è anche il modo migliore per onorare il giornalismo di inchiesta, un bene prezioso per la democrazia, da tutelare in tutte le sedi e in ogni modo. La ricerca della verità non può appartenere ad una solo forza politica, ma deve appartenere a tutti noi. Come cittadino pretendo verità e giustizia. E come presidente della Camera sto facendo e farò tutto quel che posso».

La terza carica dello Stato ha poi annunciato di aver chiesto la desecretazione di nuovi documenti che riguardano la vicenda Alpi-Hrovatin, ha ricordato il caso Regeni e si è detto disponibile a riaprire il dibattito sulla riforma della diffamazione a mezzo stampa, anche alla luce delle sentenze della Corte europea dei diritti umani, che di recente ha ripetuto che la pena del carcere è una violazione dell’articolo 10 della Convenzione. «Ritengo sia importante riaprire il dibattito sulla riforma della diffamazione  e auspico che su queste tema e su quello delle querele temerarie ci sia un confronto costruttivo», ha affermato Fico.

Walter Verini ha ricordato che «attendiamo con fiducia la decisione sulla richiesta di archiviazione, ma comunque vada noi non archiviamo. Del resto – ha osservato – basta leggere la sentenza della Corte di Appello di Perugia che parla esplicitamente di depistaggio». Il deputato ha rilanciato il ruolo della Commissione bicamerale di inchiesta sui rifiuti e le ecomafie, che «può da subito indagare, anche chiedendo al Copasir di accedere ad atti classificati e non ancora visionati», e ha infine ribadito: «Il giornalismo di inchiesta va tutelato. Auspico in questo senso che si possa presto approvare la proposta di riforma del reato di diffamazione che contiene anche norme contro le querele temerarie e le intimidazioni ai danni dei giornalisti. Sarebbe un fatto di civiltà. Dobbiamo, anche nel nome di Ilaria e Miran, presidiare la libertà di informazione e non lasciare soli le giornaliste e i giornalisti che subiscono attacchi per il loro coraggio».

Giuseppina Paterniti, direttrice del Tg3, ha ripercorso la vicenda di Ilaria, dalla partenza per la Somalia alla richiesta di archiviazione della procura di Roma, ricordando l’impegno dei genitori e dei colleghi di Ilaria, concludendo che «siamo qui per dire con convinzione che non possiamo permettere che la ricerca della verità si fermi e su esecutori e mandanti cada l’oblio», e rinnovando l’appello del Tg3 al parlamento e al presidente Fico di riprendere a indagare tramite la Commissione ecomafie e di desecretare i documenti.

Il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani, ha ricordato che «l’informazione di qualità ha un costo, che è comunque inferiore al costo che pagherebbe una democrazia meno informata. Ogni taglio all’informazione è un bavaglio all’informazione. Anche nella Rai Servizio pubblico si parla di costi e sprechi. Ma quello sulla Rai è un investimento sulla democrazia e sulla conoscenza e per la coesione sociale». Per Di Trapani, infine, «compito della categoria è non mollare la presa. Per questo fino a che non avremo risposte noi non archiviamo».

Per l’amministratore delegato, Fabrizio Salini, «Ilaria e Miran rappresentano l’esempio di ciò che può e deve essere il Servizio pubblico al servizio dei cittadini. Indagavano su traffici di armi e rifiuti tossici – ha aggiunto – e hanno pagato con la vita la ricerca delle verità che cercavano per tutti noi. Con loro voglio ricordare oggi tutti i giornalisti caduti nel mondo per informarci. La Rai non dimentica. Se alla giustizia spetta il compito di scoprire chi è perché li ha uccisi, a noi spetta il compito di non dimenticare. Senza memoria non c’è futuro».

E il modo migliore per ricordare, ha concluso, «è anche creare un nucleo di giornalismo investigativo da affiancare al gruppo di lavoro che avrà il compito di svelare e smontare le fake news. Un gruppo che faccia tesoro delle esperienze fatte da tutti i colleghi che, nella ricerca della verità, hanno compiuto il sacrificio più alto, quello della loro stessa vita».

A chiudere la prima parte dell’iniziativa l’intervento del vicepresidente del Csm David Ermini. «Le storie sul coraggio degli altri ci insegnano molte cose. Il truce assassinio di Ilaria e Miran ci invita a guardare nella nostra anima. Sono morti perché giornalisti preparati e competenti. Il modo degno di ricordarli è raccogliere il loro testimone, continuando a fare bene il mestiere del giornalista. Oggi che le tecnologie ci mettono a rischio di un caos informativo, anche per evitare le conseguenze che la disinformazione può avere nella società, è ancora più importante un giornalismo che svolga il suo ruolo di cane da guardia della democrazia. I corpi intermedi sono essenziali nella società come nell’informazione. Senza una informazione onesta e approfondita la democrazia muore», ha detto.

Dopo gli interventi di Mariangela Gritta Grainer, che ha ricostruito i 25 anni di indagini, «depistaggi, documenti secretati, carteggi occulti e richieste senza risposte» e ricordato i genitori di Ilaria, Luciana e Giorgio Alpi; e di Walter Veltroni, che ha ricordato «la curiosità di Ilaria, il suo giornalismo sobrio, forte e molto documentato» e ribadito che «bisogna difendere la libera di stampa e al tempo stesso garantire il diritto del cittadino a non essere manipolato», sono state consegnate delle targhe agli studenti di alcune scuole che hanno partecipato all’iniziativa.

In chiusura Giuseppe Giulietti ha anticipato che «questo è l’inizio di un nuovo cammino che spero possa portare alla verità e alla giustizia». Il presidente della Fnsi ha letto il messaggio del presidente Mattarella, le parole di Luciana Alpi e il messaggio inviato dai genitori di Giulio Regeni. Ha ringraziato Anna Alpi, Walter Verini, il presidente Fico «per le sue parole forti e non rituali, sia su Ilaria e Miran, sia sulle querele bavaglio, ormai vera e propria arma contro chi indaga su malaffare e corruzione».

La richiesta di verità e giustizia, ha concluso «non è un affare privato, ma riguarda tutti noi. Come nel caso di Giulio Regeni, di Andrea Rocchelli, padre Dall’Oglio, Antonio Megalizzi. E il noi collettivo sono persone diverse che insieme hanno impedito che calasse l’oblio su tutte queste vicende. Verità e giustizia sono un problema di dignità nazionale», ha detto rilanciano l’appello a non spegnere i riflettori: «Tocca a noi non archiviare e passare il testimone agli studenti che oggi sono con noi».

Prima dell’inizio del convegno, il segretario generale Lorusso, il presidente Giulietti, Vittorio Di Trapani, insieme con Walter Verini, Walter Veltroni, David Ermini, la direttrice del Tg3 Giuseppina Paterniti, il direttore di Radio3 Rai, Marino Sinibaldi, Mariangela Gritta Grainer e i familiari di Ilaria Alpi sono stati ricevuti dal presidente Fico per un colloquio privato.

PER APPROFONIRE
Si seguito il messaggio inviato dai genitori di Giulio Regeni.

Siamo i genitori di Giulio Regeni. Come famiglia ci uniamo a distanza, in questa giornata del 20 marzo 2019 all’evento presso la Camera, ‘Noi non archiviamo’ per non dimenticare l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
I genitori Luciana e Giorgio Alpi hanno sostenuto con forza la ricerca di Verità e Giustizia per la loro figlia ed il collega. Sono per tutti noi un esempio stupendo di dignità, determinazione e lucidità.
Anche noi crediamo che non ci può essere Giustizia senza Verità, una Verità vera che faccia luce sugli accadimenti, per quanto scomodi o indicibili, perché vogliamo vivere in un paese democratico e la democrazia ha bisogno di fondarsi sulla trasparenza. Dobbiamo poter guardare negli occhi i giovani, con i quali condividere la necessità della centralità e della salvaguardia dei diritti umani per uno sviluppo sostenibile, dove difesa dei diritti umani ed ambiente, possano integrarsi per poi lasciare loro il testimone. I Diritti sono il loro futuro, ma il futuro inizia nella nitidezza del passato.
Ringraziamo tutti voi che ci state e ci starete vicini. Ringraziamo il presidente Fico ed i suoi collaboratori, Giuseppe Giulietti, la Federazione nazionale della Stampa italiana, e l’associazione articolo 21.
Restate con noi fino alla Verità.
Paola Deffendi e Claudio Regeni

Da fnsi


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