Messaggero di sant’Antonio: i figli in protesta con le mamme giornaliste in sciopero

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Quarto giorno di presidio nella sede del Messaggero di sant’Antonio dopo l’annuncio choc della chiusura della redazione da parte della proprietà dei frati minori conventuali della Provincia italiana di Sant’Antonio di Padova. Oggi, domenica, la sorpresa alle mamme in sciopero l’hanno fatta i figli: quelli di Sabina e Giulia, adolescenti fra i 14 e i 16 anni, che hanno voluto partecipare alla protesta. Prima hanno ideato lo striscione, poi hanno chiesto ai papà di portarli davanti all’entrata principale del MsA. Dalla finestra con le sbarre si vede uno dei giornalisti “barricati” che mostra l’ultimo numero del mensile.

Intanto non si contano le manifestazioni di solidarietà agli otto redattori, l’ultima in ordine di tempo del cdr di Famiglia cristiana che riportiamo di seguito.

Milano, 9 dicembre 2018 – Il Comitato di Redazione dei Periodici San Paolo (Famiglia Cristiana, Credere, Jesus, Maria con te) esprime tutta la sua solidarietà e vicinanza umana e cristiana agli otto colleghi, e alle loro famiglie, del Messaggero di Sant’Antonio e del Messaggero dei ragazzi, già in regime di solidarietà al 20 per cento, e ora licenziati in tronco alla vigilia di Natale per la crisi dei due storici mensili che, a detta dell’editore, fra’ Giancarlo Capitanio, «hanno portato a perdite per milioni di euro negli ultimi anni».La crisi dell’editoria è una realtà, dolorosa, di questi anni ma troppo spesso gli editori, a corto di idee e strategie, l’hanno scaricata in maniera pressoché totale sui lavoratori e le loro famiglie. Questo purtroppo è accaduto e accade con molti editori laici. Stupisce e addolora che questo stesso metodo venga adottato da un editore religioso come i Frati della Basilica di Sant’Antonio di Padova. Lascia inoltre sconcertati, come denunciato dalla Federazione nazionale della Stampa italiana e dal sindacato dei giornalisti del Veneto, che il licenziamento dei colleghi sia arrivato senza un confronto fra editore e sindacato ma sia stato comunicato ai diretti interessati in maniera brutale e improvvisa. Ancor più sconcertante è che nel comunicato dell’editore si afferma che le pubblicazioni dei due mensili andranno comunque avanti per «salvaguardare e portare avanti il progetto evangelico e caritativo con i mezzi che lo contraddistinguono nella sua storia ultracentenaria», ma facendo a meno dei giornalisti i quali, anche con i loro sacrifici, hanno contribuito in questi anni a tenerli in vita e a portarli avanti.Auspichiamo vivamente a questo punto che il licenziamento venga revocato e che l’editore si sieda attorno a un tavolo per discutere e trovare una soluzione per gli otto colleghi e le loro famiglie.

Il Comitato di Redazione Periodici San Paolo


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