Giulietti (Fnsi): “Un governo con le peggiori intenzioni, i giornalisti non chinano la testa”

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«È un fatto molto importante essere scesi in piazza tutti insieme, ordine dei giornalisti, Fnsi, organismi nazionali e locali, associazioni, giornalisti di ogni testata, precari e non. È una risposta corale al governo: il giornalismo non china la testa». Beppe Giulietti, presidente della Fnsi, è un fiume in piena, sa che questo è solo un primo passo e non ha nessuna intenzione di fermarsi.

Giulietti ha sentito il sottosegretario Crimi? Voi siete la «casta», «non rappresentate più nessuno».
Parole che non stanno in piedi. Crimi vuole difendere i giornalisti precari? Metta in atto la legge sull’equo compenso. Chi glielo impedisce? Perché non lo fa? Faccia approvare la legge contro le querele temerarie. Se ha bisogno di fondi glielo proponiamo noi un emendamento dove trovarli. Invece no, comincia dai tagli ai giornali. Tagli che alla fine guarda caso colpiranno soprattutto due testate: il manifesto e Avvenire, che sono le due voci molto critiche su argomenti delicati per la maggioranza come l’accoglienza e la sicurezza.

Qualcuno vi rimprovera, dice che è facile protestare oggi quando al governo non c’è più il Pd.
A questo smemorato ricorderei che la prima volta che il “nuovo” ordine dei giornalisti e la Fnsi hanno sfilato insieme in piazza è accaduto sotto le finestre dell’allora sottosegretario Lotti per l’equo compenso e per la riforma dell’editoria.

Perché tornate a farlo oggi?
Oggi il nuovo governo non vuole solo abolire i contributi ai giornali, vuole proprio cancellare i giornalisti. Vogliono azzerare tutte le intermediazioni collettive, siano esse da parte di ong, di giornalisti, di cooperative, il pensiero critico. Bisogna osservarli: una furia ideologica sulla linea Bannon- Trump- Putin che mira a dissolvere le voci della differenza. Nessuno deve cascarci.

Crimi dice che ci sono più di 18mila testate registrate e che quindi il pluralismo non è a rischio.
Non lo deve spiegare alla Fnsi. Lo spieghi al capo dello stato. Sette interventi in un mese del presidente della Repubblica a difesa del pluralismo sono un unicum nella storia democratica di questo paese. Rassicuri il Quirinale, se può, non noi.

Che farete ora?
Intanto bisogna dire come stanno veramente le cose. Dovevano fare la legge sulla Rai e invece hanno applicato nel modo peggiore la legge Renzi. Dovevano fare la legge sul conflitto di interessi e invece colpiscono i giornali in cooperativa. Dovevano fare la riforma dei tetti pubblicitari ma intanto tolgono subito i contributi pubblici. Sia chiaro: l’ambizione di Odg e Fnsi è trattare con il governo, ma se non ci saranno i presupposti il prossimo passo sarà una grande manifestazione nazionale per chi vuole proteggere la Costituzione e l’articolo 21.

Fonte: Il Manifesto


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