Il Liceo Petrarca di Trieste capofila del progetto “Educare all’informazione”

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Sono stati presentati nella Sala Tobagi della Fnsi, a Roma, i nuovi progetti di “Educare all’informazione”. Dopo la chiusura dell’iniziativa “A mano disarmata” c’è stato il lancio del nuovo progetto “I cantieri di parole”, in collaborazione con Fnsi, Miur e Associazione Carta di Roma. Paolo Butturinigiornalista, segreteria Fnsi, ha sottolineato il ruolo del Miur nel promuovere progetti di sensibilizzazione nelle scuole su temi cruciali quali la lotta alla criminalità organizzata. Proprio grazie a esperienze di questo tipo entrano in contatto e fanno rete realtà diverse e geograficamente distanti che hanno modo di conoscersi e confrontarsi.

Carlo Muscatellogiornalista, giunta esecutiva e responsabile formazione Fnsi, ha evidenziato come, per gli studenti in età scolare, per la propria formazione sia sempre più importante anche l’informazione: «Per questo, nel secondo anno del progettoabbiamo avviato in collaborazione con Associazione Carta di Roma i corsi “Cantieri di parole”convinti del ruolo svolto dalla rivoluzione digitale soprattutto fra i più giovani. Il fine è quello di contribuire a creare cittadine e cittadini consapevoli». Muscatello ha ricordato le recenti parole del Presidente Mattarella e il caso degli studenti del Liceo Petrarca di Trieste – che sarà capofila del progetto di quest’anno -, la cui mostra sugli 80 delle leggi razziali annunciate da Mussolini proprio a Trieste ha creato ingiusticate polemiche nel capoluogo giuliano.

Tra i progetti sostenuti dal Miur vi è continuità, ha ribadito Paola Barretta, coordinatrice dell’Associazione Carta di Roma, l’obiettivo comune è di sviluppare un uso critico dei media e dei messaggi contenuti soprattutto nell’online, privo strutturalmente di una mediazione giornalistica

«Non basta aver appreso la notizia di un fatto per potersi fare un’idea se lo stesso non viene poi contestualizzato, il rischio è che venga interpretato in maniera improvvisata. Il problema dei lettori è quello di essere, anche, formati – ha sottolineato il giornalista Renato Parascandolo, ideatore con Articolo 21 del concorso Rileggiamo l’articolo 21 della Costituzione – noi giornalisti dobbiamo fare una buona informazione ma anche trasmettere gli strumenti attraverso cui l’informazione possa diventare buona per chi la legge».  E, ha concluso Parascandolo «in un mondo che sembra andare verso quanto diceva Nietzsche Non esistono fatti ma solo interpretazioni dobbiamo continuare in questi percorsi.

La testimonianza degli studenti, dei docenti e dei dirigenti coinvolti nella prima edizione di “Educare all’informazione”, in collaborazione con “A mano disarmata” sui temi della criminalità organizzata e della contraffazione è stata preziosa. I docenti e i dirigenti del Liceo Classico Garibaldi di Palermo e del Liceo Scientifico Spallanzani di Tivoli  Laura Bisso, Maria Vodola e Alessandra De Sanctis  hanno sottolineato l’impegno civile di iniziative che insegnano i fondamenti della democrazia. Gli studenti sono intervenuti con il “frutto” di riflessioni condivise con i giornalisti: tre filmati sul tema della contraffazione (che saranno presto disponibili online nel sito della Fnsiche pongono al centro lo sguardo degli adolescenti nei confronti di un fenomeno subdolo, spesso poco presente nel dibattito pubblico ma penetrante e con ripercussioni gravi nelle vite dei cittadini.


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